Una notizia inattesa giunge dalla lontanissima Macao, la nuova capitale mondiale del gioco ma non del poker: PokerStars ha annunciato l’annullamento del Millions Macau, torneo che aveva battuto nel 2011 tutti i record in Asia, con 1.329 players. Il vincitore, Lin Hung-Sheng originario di Tapei, aveva incassato un primo premio da mezzo milione di dollari; non male per un evento da $2.500 di buy-in.
La nuova edizione del Millions Macau era in calendario a marzo ma la room ha annunciato il rinvio del torneo a data da destinarsi. Il motivo? Il responsabile poker live di PokerStars in Asia e Pacifico, Danny McDonagh ha annunciato che terminerà a marzo l’accordo con il casinò Grand Lisboa.
Stars – in questi anni – ha gestito la poker room della storica sala da gioco che si trova nel cuore di Macao ed i risultati sono stati anche più che discreti, considerando che nell’ex colonia cinese il texas hold’em era un gioco sconosciuto. Oltre ai record del Millions Macau, a novembre del 2011, il Main Event dell’Asian Pacific Poker Tour aveva registrato la partecipazione di 575 giocatori ed anche la Red Dragon Cup ha mostrato un incremento significativo.
Stars ha puntato forte nel live proprio per promuovere il poker a queste latitudini: in Asia il mercato dell’e-gaming ha dinamiche particolari, funziona solo se vi sono dei punti di promozione fisici. Investire nell’online puro è inutile. PokerStars ha quindi perseguito questa politica che stava dando i suoi frutti.
McDonagh ha aggiunto, "La Macao Poker Cup Red Dragon sarà in programma come previsto dal 18 al 26 febbraio. Vi aggiorneremo sulle prossime date del Millions Macau”, segno evidente che la room sta cercando un nuovo partner, ma non sarà semplice.
In molti si chiedono come mai si è verificato il divorzio con il Grand Lisboa. I portali locali ipotizzano che il motivo della rottura sia dovuto al fatto che la Gaming Commission di Macao ha imposto ai casinò un numero limitato di tavoli da gioco. Pertanto il Grand Lisboa non poteva più permettersi di investire nel poker: i tavoli di baccarat sono molto più redditizi rispetto a quelli di texas hold’em.
Pensate che il baccarat rappresenta il 91% dei guadagni dei casinò e da quanto è stato introdotto il limite massimo di tavoli, si è assistito alle chiusure di altre rooms: a giugno, ad esempio, ha tirato giù la saracinesca Poker Lounge Hard Rock del City of Dreams. Si vocifera che anche Wynn Macao ridimensionerà la sua offerta.
Il punto di riferimento per i pokeristi rimane il Venetian, uno dei casinò più grandi del mondo che però rimane fuori dal centro, sull’isola di Cotai. Quest’anno però vi sarà l’apertura del Cotai Sands Central Resort, in una location meno isolata, rispetto al casinò tanto caro al patron Sheldon Adelson.
Il mitico Poker King Club, reso celebre dalle partite high stakes di Dwan, Ivey e company, rimane una sala con un’offerta comunque ridotta, con sei tavoli di cash game (solo un per alte poste) e due per i sit and go.
I casinò di Macao hanno stabilito un nuovo record nel 2011 con revenues pari a 33,5 miliardi di dollari e un incremento del 57% rispetto al 2010. Un volume d’affari pari a 5,5 volte quello di Las Vegas e un tasso di crescita 10 volte superiore all'industria del gambling del Nevada. Ma il 2012, secondo le stime degli analisti preoccupa: anche la Cina rallenterà il proprio sviluppo economico e le entrate diminuiranno dal 20% al 25%. Per questo gli azionisti hanno messo una forte pressione ai propri manager, costretti ad ottimizzare al massimo i tavoli a disposizione. Macao sarà la capitale mondiale del gambling ma non diventerà mai un punto di riferimento per il poker a livello internazionale, la concorrenza del baccarat è troppo forte.