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Daniel Negreanu: "Dal vivo ormai tutti pensano troppo"

Giocare a poker dal vivo, si sa, richiede non poca pazienza: le mani si svolgono in maniera estremamente più lenta rispetto al poker online, e come se non bastasse ormai tutti si prendono molto tempo per riflettere. Troppo, secondo Daniel Negreanu.

Che si tratti di un torneo o di una partita di cash game non fa molta differenza: il canadese creda che serva un timer di qualche tipo, una soluzione che come ricorda CardPlayer è nell'aria da più di qualche tempo, ma che non ha mai trovato una soluzione definitiva, né tantomeno omogenea.

Allo stato attuale, ogni giocatore presente al tavolo può "chiamare il tempo" all'avversario, il dealer avverte quindi il floorman che - accertatosi il giocatore abbia avuto un tempo ragionevole per riflettere - gli concede un ulteriore, ultimo minuto prima di invalidare la sua mano.

Una soluzione discrezionale che pare un buon compromesso ma che per "Kid Poker" ormai non basta più, visto che in molti si fermano a riflettere anche di fronte a decisioni semplici, o pur avendo già scelto cosa fare. Ma di chi è la colpa di questo  presunto malcostume?

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Secondo alcuni, niente meno che di Tom Dwan. Le sue apparizioni nelle partite televisive di cash game high stakes, intervallate da lunghe pause riflessive, avrebbero influenzato l'intero pubblico giocante: "E' possibile che io abbia agevolato questa tendenza - commenta lui su Twitter - ma nel mio caso le pause erano sempre dovute ad una riflessione genuina, salvo i casi dove lo fingevo per bilanciare. Adesso quasi tutti lo fanno per mettere in atto una semplice recita".

Secondo alcuni però "durrrr" sovrastima la sua influenza sul plubbico, il che è probabile, senza contare il fatto che non di rado chi è seduto al tavolo rimugina a lungo semplicemente perché è terribilmente money scared, ma questo a giocatori come Negreanu o Dwan è difficile possa venire in mente...

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