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Poker online: gli States chiamano Italia e Francia

poker-online-usaIl poker online negli Stati Uniti è in evoluzione: Nevada, New Jersey e Delaware potrebbero presto bussare alle porte del Vecchio Continente. Come è noto, uno dei problemi del gioco su internet è la scarsa liquidità: un dilemma che riguarda tutti i mercati regolamentati europei e non solo.

Italia, Francia e Spagna (con Germania e Portogallo attente osservatrici) stanno discutendo da mesi per trovare soluzioni normative e tecniche adeguate, al fine di unire i propri field nazionali e creare una prima piattaforma comunitaria. Il problema principale, per questo tipo di operazioni, permane la differenza di tassazione tra i vari sistemi fiscali.

La Danimarca ha scelto fin da subito - non poteva fare in modo diverso - la liquidità internazionale e la Gran Bretagna presto disciplinerà il mercato con una nuova e rivoluzionaria normativa fiscale, ma le poker rooms inglesi rimarranno aperte alla rete internazionale e pagheranno il 15% sul rake lordo.

Negli States, Nevada e New Jersey sono seriamente preoccupate per la scarsa action che potrebbero proporre ai propri residenti, per questo motivo sono disposte ad aprirsi a nuove collaborazioni.

Il piccolo stato del Delaware ha già disciplinato l'e-gaming nel 2011 ma per rendere effettiva la proposta di gioco si sta aprendo a nuovi orizzonti: ha spalancato le porte al Nevada. Presto potrebbero unire la liquidità i due stati. Ma c'è di più perché la Lotteria statale si sta muovendo verso nuove partnership: gli analisti sono convinti che il matrimonio si farà a breve con i casinò di Las Vegas ed i funzionari del Delaware non hanno escluso un possibile accordo con gli enti regolatori europei. Italia, Francia e Spagna sono avvisate.

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Il poker online vive di liquidità ed è inevitabile che tutti i mercati regolamentati mondiali dovranno unire i propri pool per mantenere un'offerta di gioco adeguata.

Nel frattempo in Nevada è stato presentato un emendamento per modificare il regolamento che disciplina il mercato interno: c’ è la volontà di voler tassare anche i tornei di poker online. A Las Vegas e dintorni non è stata fatta alcuna differenza tra gioco live e remoto per quanto concerne gli aspetti fiscali: in estrema sintesi, i casinò titolari delle licenze sono tenuti a pagare il 6,75% sui ricavi lordi per quanto riguarda il cash game.

Sono esentati da qualsiasi tipo di tassa, gli MTT dal vivo perché sono ritenuti eventi promozionali che presentano alti costi organizzativi se ospitati all'interno di una sala da gioco.  Tali costi però non sono giustificati su internet. Per questo motivo - con ogni probabilità - i tornei online verranno tassati con la medesima aliquota del cash game (6,75% sul rake).

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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