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Su Repubblica il 'buco nero' delle poker room live

poker-live-sportivoLa stampa generalista è sempre più sensibile alle problematiche inerenti il mancato riconoscimento legale dei circoli e del poker sportivo live. Per fortuna non tutti cadono nell’errore di enfatizzare lo stato delle cose rispolverando vecchi cliché sui vizi degli italiani (bische etc.), con toni demagogici stucchevoli, cercando il sensazionalismo ad ogni costo.

Repubblica ha ancora una volta dato ampio risalto al problema del live, cercando di informare in modo obiettivo, indagando su quali siano i reali ostacoli che non permettono di arrivare ad una disciplina compiuta del settore, ponendo l’accento sulle gravi conseguenze della mancata pubblicazione del regolamento attuativo in materia fiscale e di ordine pubblico.

A pagina 53 dell’inserto “Affari Finanza” di Repubblica,  Gianluca Moresco analizza la problematica, prendendo spunto dal Convegno “Poker live? Un buco nero nella normativa italiana sui giochi”, organizzato da Jea srl, Agimeg e Jamma, nel corso della Fiera Enada Primavera a Rimini.

Moresco introduce la problematica in maniera sintetica ma molto lucida: “Si gioca tutti i giorni, in tutta Italia. Trenta euro di iscrizione, ma qualche volta la quota sale, si toccano anche i 100, 150 euro (e a questi si aggiungono spesso partite di cash game). Sono i tornei di poker sportivo sparsi a macchia di leopardo lungo tutta la penisola. Per organizzare tornei al di fuori dei quattro casinò servirebbe una licenza, che gli stessi imprenditori del settore non possono ottenere. Esiste una legge in merito, già pubblicata in gazzetta ufficiale. Manca però il regolamento attuativo. E non c’è nessuno in Italia che abbia il coraggio mettere la faccia sulle 1000 licenze per “poker room” previste ormai da due anni. Si gioca senza regole, senza tasse, con le forze dell’ordine che ogni tanto fanno irruzione in qualche circolo e i Tribunali amministrativi delle varie regioni che nella maggior parte dei casi riaprono i battenti ai medesimi locali”.

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E’ possibile leggere qui la versione integrale dell’articolo di Repubblica “Un buco nero delle poker room e il regolamento può attendere”

Interessante, come da noi anticipato una settimana fa, l’intervento dell’Avvocato Stefano Sbordoni"C’è un equivoco di fondo sul poker, trovo errato pensare alle concessioni da applicare a un gioco d’abilità. Avete mai sentito parlare di concessioni per il biliardo? La legge del 2011 è totalmente sbagliata e con ogni probabilità va abrogata; sarebbe auspicabile riscriverla. Non ha senso regolamentare l’attività di un gioco come il poker con le concessioni".

C’è un aspetto mediatico importante da valutare: se giornali come Repubblica iniziano a rompere il muro dell’ipocrisia e analizzano a 360 gradi le problematiche riguardo il live, il movimento non può che giovarne. Può essere un timido ma deciso passo verso la legalizzazione di un settore che necessita una disciplina compiuta, in modo tale da poter risolvere i gravi problemi di ordine pubblico (ed anche di evasione) riscontrati in questi anni, conseguenti alla mancata pubblicazione del regolamento (che è un atto amministrativo previsto da una legge già in vigore).

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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