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Kirk Kerkorian

Kirk Kerkorian, la storia dell’uomo che trasformò i casinò di Las Vegas (ottenendo 3 record)

Tra i personaggi che hanno fatto la storia di Las Vegas, ce n’è uno di cui vi abbiamo parlato, ma soltanto di sfuggita, in un articolo di qualche anno fa sui boss miliardari della Sin City: si tratta di Kirk Kerkorian.

All’epoca di quell’articolo, Kerkorian era ancora vivo: sarebbe morto soltanto tre anni più tardi, alla veneranda età di 98 anni. Ma perché la sua figura è stata così importante per lo sviluppo della Mecca del Gioco d’Azzardo?

 

 

Prima pugile, poi aviatore

Nato nel 1917 da immigrati armeni, Kerkor Kerkorian (che da ragazzo americanizzò il suo nome in “Kirk”) era quello che si definisce un uomo d’azione. Lasciati gli studi, provò la carriera di pugile, ma nonostante un soprannome sicuramente azzeccato (‘Rifle Right’ Kerkorian) non ottenne il successo sperato.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Kirk volle arruolarsi nell’aviazione: prese il brevetto di volo e servì l’esercito pilotando aerei. Un’intuizione gli permise di cominciare ad arricchirsi, proprio in quegli anni: volare dagli USA alla Scozia passando per l’Islanda.

In questo modo, i piloti potevano evitare di fermarsi in Canada a fare il necessario rifornimento, nonostante la rotta fosse molto più pericolosa. Talmente tanto che i piloti disposti a farla venivano pagati qualcosa come 1.000 dollari a tratta, un’enormità negli anni Quaranta.

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L’incontro con Bugsy Siegel

Finita la guerra, Kerkorian si comprò un Cessna, iniziando a occuparsi di trasporti charter. Uno dei suoi clienti fu nientemeno che Bugsy Siegel, il boss mafioso che contribuì alla creazione del Flamingo, uno dei primi e storici casinò hotel di Las Vegas.

La sua passione per il gambling era già radicata in lui, ma sicuramente l’incontro con Siegel non fece altro che gettare proverbiale legna sul fuoco. Kerkorian amava giocare e si divertiva sia che vincesse, sia che perdesse – cosa di cui non tutti i gambler possono vantarsi.

L’ingresso nel mondo dei casinò

Da quel singolo Cessna, acquistato dopo la Seconda Guerra Mondiale, Kirk Kerkorian creò un vero e proprio impero. Nel 1968 vendette la sua Trans International Airlines per un prezzo di 104 milioni di dollari, 775 milioni al cambio attuale: una cifra che lo rese uno degli uomini più ricchi d’America all’epoca.

Sei anni prima, però, Kerkorian aveva pagato 1 milione di dollari per acquistare 80 acri di terreno vicino a quella che in futuro sarebbe diventata la Strip di Las Vegas. Successivamente, affittò questo terreno al magnate Jay Sarno, che aveva in mente di costruire il resort casinò più sfarzoso e grande al mondo: il Caesars Palace.

Quando aprì i battenti nel 1966, il Caesars Palace fruttò a Kerkorian il 15% dei profitti, come da accordi: due anni dopo, l’armeno cedette le sue quote a Sarno per un profitto di ulteriori 9 milioni di dollari.

Squadra che vince non si cambia

Si dice così, nel calcio, quando si trova una formula vincente, giusto? Lo stesso fece Kirk Kerkorian, che intuì il potenziale dei casinò di Las Vegas e pagò altri 5 milioni di dollari per altri 80 acri su Paradise Road.

Qui, fece costruire l’International Hotel (oggi Westgate Las Vegas), che nel 1969 soffiò al Caesars Palace il record di casinò più grande al mondo. Nello stesso anno, Kerkorian acquistò la Metro-Goldwyn Mayer, acronimo di MGM. L’MGM Grand Hotel (oggi Bally’s Las Vegas) costò 100 milioni di dollari, il doppio dell’International Hotel, e aprì nel 1973

Sfortunatamente, un incendio devastante che costò la vita a 87 persone rovinò l’immagine del MGM Grand: l’hotel riaprì 8 mesi dopo l’incidente, ma Kerkorian alla fine lo vendette per 550 milioni di dollari.

Lo strapotere di Kirk Kerkorian

Durante gli anni Ottanta, Kerkorian tornò alla carica acquistando il Sands e il Desert Inn, che verranno poi demoliti per costruire rispettivamente il Venetian e il Wynn and Encore. Il suo capolavoro fu però quello del 1993: riottenne i diritti per usare il brand MGM e costruì l’MGM Grand come lo conosciamo oggi, per un investimento da 1 miliardo di dollari.

Per la terza volta nella sua vita, Kerkorian mise il suo nome sul più grande casinò hodel del pianeta: nel corso degli anni, l’MGM Grand Hotel & Casino diventò il cuore della Strip, con milioni di turisti pronti a fare la fila pur di scattarsi un selfie davanti al leone dorato posizionato all’ingresso (e poi rimosso su richiesta degli high roller asiatici, che ne vedevano un cattivo presagio).

Nel 2000, a 83 anni suonati, Kerkorian convinse Steve Wynn a fondere l’MGM Grand e il Mirage Resorts: il risultato fu che la MGM Resort International arrivasse a controllare molti dei casinò più famosi della Strip, inclusi Mirage, Bellagio, Aria, Luxor, Excalibur e molti altri ancora.

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