Non ce ne voglia Barry Shulman, vincitore con merito del Main Event delle WSOPE che si è disputato ad inizio ottobre in quel di Londra. Se lo statunitense potrà contare sulle 800.000 sterline del primo premio e sul braccialetto che forse il figlio gli getterà via, questo evento sarà sicuramente ricordato per la grandissima prova di Daniel Negreanu.
“Kid Poker” si affaccia al tavolo finale da buon ultimo, con uno stack di appena 438.000 chips, quando l’average diceva 1 milione e 100.000. Inoltre il tavolo finale, con Hawrilenko, Saout, Akenhead ed un Jason Mercier strachipleader non si può certo dire fosse formato da boy scouts.
Eppure il canadese era riuscito a risalire, colpo su colpo fino all’heads up finale, dove probabilmente solo una serie di mani incredibilmente sfortunate si sono frapposte fra lui ed il suo quinto braccialetto, che quest’anno visti anche i risultati alle WSOP è sembrato proprio volergli sfuggire ad ogni costo.
In un’intervista rilasciata al sito Card Player.com, accetta di ripercorre i pensieri che lo hanno accompagnato in questa avventura.
Ad esempio, quanto brucia per Daniel un secondo posto così, dopo aver giocato probabilmente il suo miglior poker? Il campione di Pokerstars non nasconde la sua amarezza: “Mi sono sentito molto sfortunato negli heads up decisivi quest’anno, e dopo sette ore di continua rincorsa in quello delle WSOPE uscire a quel modo è stato davvero frustrante. Ma non ho particolari rimpianti, rifarei tutto allo stesso modo”.
E dopotutto, questo pur sfortunato secondo posto gli ha permesso di raggiungere almeno uno degli obiettivi che si era prefisso ad inizio stagione: “Sono riuscito a raggiungere la vetta nella All Time Money List, e questo mi rende particolarmente orgoglioso perché ho tagliato questo traguardo non grazie ad un singolo risultato fortunato ma mettendone assieme molti nel corso degli anni. Questo penso gli dia più valore rispetto a chi, come Jamie Gold, aveva scavalcato tutti grazie all’affermazione in un solo torneo.”
Un traguardo che tuttavia potrebbe essergli strappato da Phil Ivey, a seconda della posizione che lo statunitense raggiungerà al tavolo finale di novembre delle WSOP. Questo preoccupa Negreanu, tiferà a favore o contro il Tiger Woods del poker? “Non tiferò per lui perché batta il mio record – dice Daniel – ma perché riesca a vincere il braccialetto. E’ un mio amico, ed è il miglior giocatore di poker al mondo, per cui sarebbe fantastico se il migliore al mondo vincesse il premio più ambito ed importante”.
E a proposito di questo, cosa pensa Negreanu del prestigio che hanno le WSOPE se confrontate con gli eventi delle WSOP? Il canadese su questo punto sembra voler fare un’importante distinzione: “Il Main Event delle WSOP è il braccialetto, quello che tutti vogliono e sognano di vincere, ed è anche il più seguito dai media. Di sicuro è molto difficile prevalere fra migliaia di giocatori, ma bisogna stare attenti. Infatti, il field di giocatori presenti alle WSOPE è di qualità estremamente più alta rispetto a quello medio delle WSOP. A Las Vegas è possibile trovarsi seduti assieme a giocatori che commettono davvero molti errori, mentre al primo tavolo in cui mi sono seduto a Londra ero assieme a soli vincenti, players che non sbagliano facilmente. E’ un altro genere di poker”.
E il fatto che questo 2009 sia un’annata che Negreanu non giudica particolarmente brillante, nonostante tre tavoli finali alle WSOP con due secondi posti, oltre un milione di dollari vinti ed un programma televisivo che lo vede come stella, la dice lunga sull’ambizione e le qualità di questo giocatore.
Che presto, ne siamo certi, tornerà di nuovo a vincere.