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USA: anche l'NFL contro il poker online

Il 67% dei cittadini statunitensi è contrario alla legalizzazione del poker online ed ogni forma di gioco. E’ il risultato sorprendente di un sondaggio della Fairleigh Dickinson University PublicMind su un campione di mille intervistati, raggiunti telefonicamente in tutti i 50 Stati.

Eppure, il 62% almeno una volta ha giocato all’interno di un casinò e un terzo nel 2009 ha frequentato una casa da gioco. E’ una delle mille contraddizioni che giungono da oltre Oceano.

La sensazione è che negli Usa si giochi una partita importante per tutto il mercato mondiale. Secondo un’attenta analisi della Kenilworth Systems Corporation (KSC) l’industria del gioco online negli Stati Uniti potrebbe generare un fatturato annuale di 63 miliardi di dollari.  Una cifra che potrebbe condizionare le strategie future di molte rooms. Ma da Washington il disegno legge presentato dal senatore democratico Barney Frank è in una fase di stallo. Nonostante i proclami e le apparenze, manca il sostegno fondamentale al Congresso dei Democratici, ed in particolare del leader del partito di maggioranza al Senato, Harry Reid.

Come se non bastasse, a mettere i bastoni tra le ruote ci ha pensato la NFL, la potente lega professionista del football americano che teme soprattutto il proliferare delle scommesse sportive e gli episodi di corruzione legati alle partite. La NFL non ha risparmiato critiche pubbliche anche nei confronti dell’industria del poker. I ricconi dello sport professionistico americano pensano che la sua legalizzazione e le conseguenti ingenti entrate, fiscali possano indurre il Governo a legittimare successivamente anche le scommesse sportive, attraverso un’azione di lobby da parte delle società che operano nell’online.

Il senatore Barney FrankLa posizione critica della NFL ha disturbato non poco la Poker Players Alliance (PPA), l’associazione di giocatori di poker professionisti americani che si batte per l’abolizione delle norme federali Unlawful Internet Gambling Enforcement Act (UIGEA), approvate nel 2006 dall’amministrazione Bush. Una legge che vieta le transazioni bancarie verso le poker room. A dicembre il dipartimento del Tesoro ha sospeso fino a giugno del 2010 l’applicazione dell’ UIGEA ma pensare ad una nuova normativa in tempi brevi sembra una mera chimera.

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Nel frattempo si attende la sentenza della Corte Suprema del Kentucky sul tentativo del Governo statale di sequestrare 141 domini delle principali poker rooms, tra le quali Pokerstars e Full Tilt. Con ogni probabilità il dispositivo scritto verrà depositato domani dai giudici del Kentucky.  Una decisione che potrebbe avere ripercussioni importanti sul futuro del gambling online.

Nel New Jersey giungono buone notizie per il gioco in rete: a gennaio è stato presentato un emendamento costituzionale che consentirà il gioco d’azzardo online. L’obiettivo è quello di divenire il trampolino di lancio all’interno di un mercato importante come quello statunitense. La New Jersey Casinò Control Commission ha già creato una nuova divisione pronta per il futuro rilascio delle concessioni e delle licenze.

La battaglia più importante però si gioca a Washington: un’eventuale legge federale cancellerebbe ogni differenza statale e darebbe nuova linfa al mercato più importante a livello mondiale.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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