[imagebanner gruppo=gazzabet] Tito Ortiz, negli Stati Uniti e nel mondo delle Mixed Martial Arts in generale, ha saputo ritagliarsi il ruolo di leggenda grazie a 17 anni di carriera, cominciata nel 1997 quando non aveva che 22 anni: segnata da successi, sconfitte e infortuni, lo statunitense si è presentato alla PCA 2015 vincendo un torneo satellite di beneficenza a Los Angeles.
Non è un caso che si trovasse lì, visto che Ortiz gioca assiduamente anche online, e malgrado lo descriva come un semplice hobby la sua natura competitiva nonché la pluriennale esperienza maturata sul ring gli hanno reso possibile cogliere alcune similitudini, fra due discipline che pure non potrebbero apparire più differenti: "In entrambi i casi, si tratta di far pratica esercitandosi continuamente, è la ripetizione quasi ossessiva delle stesse cose che le rende automatiche e che non ti lascia vulnerabile. Se esiti e perdi tempo a pensarci, spesso è già troppo tardi".
Essendo un atleta abituato a lavorare duramente e per periodi prolungati, è facile immaginare che cosa possa aver consigliato ai giocatori di poker professionisti: "Per me si tratta semplicemente di uno svago, ma chi gioca per cifre importanti dovrebbe comportarsi di conseguenza, in maniera professionale. Questo significa mangiare e dormire bene o non bere alcool, se non dopo una vittoria importante, visto che in qualche maniera bisogna pur premiarsi".
Racconta che per prepararsi per un incontro ci mette tre mesi, stando in palestra dalle undici di mattina alle sette di sera, ed andando a dormire prima di mezzanotte: "Il primo mese serve per tornare in forma, il secondo per dedicarsi alla corsa ed alla palestra ed infine nel terzo si affronta il combattimento vero e proprio. Combattere è fin troppo facile, è arrivare fino a quel punto, metterci tutto quell'impegno, che è dura".
Ricorda di aver scelto l'MMA ispirato da Hulk Hogan e Muhammed Alì, volendo unire la spettacolarità del wrestling - che pure ha praticato in gioventù - con degli incontri veri, come quelli della boxe, e nel caso dell'MMA è anche peggio, visto che uno come lui ha subito numerosi interventi chirurgici, alcuni dei quali anche molto delicati.
"Molti atleti non riescono a recuperare dopo infortuni del genere, è tutto un fatto di testa, di mindset, quando dubiti di te stesso è finita. Molte persone credono di non valere abbastanza, di non poter fare di più, magari perché non hanno abbastanza soldi, perché il loro lavoro non gli piace o perché hanno un ginocchio malandato. Quando invece inizi a crederci diventa una profezia che si auto avvera, fino al punto in cui dici a te stesso che non è stata poi così dura, ma la verità è che all'inizio lo è, perché per diventare grande devi accettare un po' di sofferenza".