Il nostro viaggio alla scoperta del mondo del poker coaching prosegue, ed oggi intervistiamo un altro insegnante della sempre più affermata e richiesta scuola di poker che risponde al nome di Pokermagia. Gianluca "Matrix75" Pala però non è solo un coach, ma anche uno stimato giocatore e poker writer oltre che cardine del nostro forum, di cui è uno degli amministratori.
Una personalità poliedrica e insieme meticolosa, che andiamo subito a scoprire.
Domanda: Ciao Matrix, cominciamo dagli inizi: da quanto giochi a poker?
Risposta: E’ una passione che mi accompagna fin dall’adolescenza, quando iniziai a giocare al 32 carte all’italiana e a telesina con i miei amici. Era solo per puro divertimento, poi alcuni di noi cominciarono a scoprire una predisposizione al gioco che ci spinse a cercare tavoli meno “amichevoli”. Già dall’età di 15 anni non chiedevo più soldi a mio padre perché riuscivo a guadagnare abbastanza (per un adoloscente) col poker. Ricordo che già all’epoca, scherzando con amici, parlavamo dell’eventualità di fare del poker il proprio lavoro, ma i tempi non erano assolutamente maturi per questo tipo di attività: il poker era infatti visto come puro azzardo, e come tutte le cose “ghettizzate” dalla società, era troppo poco diffuso affinché si potesse realmente credere all’idea di un PPP.
D: Quando hai iniziato a giocare ad Holdem?
R: Non ricordo con esattezza l’anno, ma comunque molto prima della “media” italiana: purtroppo commisi l’errore di non informarmi da subito su ciò che ruotava attorno a questo gioco, quindi per tot mesi ho solo dilapidato soldi e soprattutto tempo. La mia svolta pokeristica risale all’anno 2006, quando ho conosciuto il forum americano di 2+2 che mi ha aiutato a capire molte cose. Da lì ad Assopoker il passo è stato breve e, come si dice, il resto è storia (molta della quale ancora da scrivere)
D: Cosa rappresenta per te Pokermagia?
R: Una scelta importante. Prima di venire contattato da Somfranz e Mandrake per entrare a far parte di questo progetto, avevo già ricevuto un’offerta importante per un altro importante portale di coaching, col quale avevamo già quasi definito un accordo. La stima e la fiducia incondizionata che Francesco e Carlo hanno dimostrato di avere nei miei confronti, oltre all’amicizia che già mi legava a loro, mi ha convinto ad intraprendere questa strada. Che si è poi rivelata quella giusta.
D: Quali sono le qualità/caratteristiche che un buon coach dovrebbe avere?
R: Un’ottima preparazione a livello teorico, una lunga e vincente esperienza “sul campo”, una buona dose di pazienza e un’innata capacità di interrelazionarsi con gli altri. E, last but not least, deve essere in grado di insegnare ciò che sa. Credo che questo aspetto sia fondamentale, perché non tutti i giocatori vincenti sono necessariamente dei bravi coach.
D: Sei soddisfatto dei tuoi allievi e qual è quello di cui vai più “fiero” ?
R: Sono molto contento dei livelli raggiunti dalla maggiorparte di loro. Portare in pochi mesi un giovane grinder del NL10 a giocare e vincere al NL200 è forse ancor più soddisfacente che veder migliorare un grinder dei mid-stakes che aveva indubbie skills già di suo. Ma devo dire che ogni allievo, a modo suo, riesce a darmi delle soddisfazioni.
D: Come si sviluppa una tua sessione di coaching?
R: Il coaching avviene solitamente sotto quattro forme (ovviamente non tutte contemporaneamente) :
1) La sessione assistita
2) La hand review
3) La stat review
4) Il ghosting
La sessione assistita consiste in una sessione giocata dall’allievo sotto la mia supervisione. E’ una forma di coaching molto utile in quanto mi consente di carpire i leaks maggiori del coachato e la “velocità di pensiero” con cui affronta determinate situazioni. Anche gli allievi apprezzano molto questa forma di coaching in quanto possono chiedermi in tempo reale come affrontare situazioni di gioco per loro particolarmente “spinose” ed essere allo stesso tempo corretti su quelli che io definisco “auto-mode mistakes”, ossia tutte quelle giocate che loro fanno in automatico convinti che siano standard e quindi corrette, ma che sono in realtà sbagliate.
Purtroppo alcuni coachati “sopravvalutano” le sessioni assistite, o meglio non le interpretano nel modo corretto, tendendo ad affidarsi al coach con troppa insistenza (chiedendomi cioè cosa fare anche in situazioni assolutamente standard). E’ chiaramente compito del coach evitare di incorrere in questo tipo di “errore”, perché se nel corso di una sessione assistita il coach si sostituisce troppo frequentemente all’allievo, c’è il rischio che quest’ultimo non impari nulla di nuovo e, alla prima sessione “solitaria”, sia di nuovo punto e a capo con i suoi leaks di sempre.
La hand review consiste nell’analisi scritta di mani “dubbie” giocate dal coachato: in pratica ogni volta che un allievo gioca uno spot che gli lascia delle perplessità (indipendentemente dall’esito della mano), me la invia chiedendomi come andava giocata. Naturalmente, affinchè l’hand review sia efficace, è compito del coachato corredare la hand history con tutti i commenti del caso: info sugli avversari coinvolti nella mano, tp adottato nel prendere talune decisioni, e natura e tipologia dei dubbi che lo hanno indotto a inviarmi la mano. E’ un po’ come quando un utente di AP posta una mano sul forum, ma anziché ricevere vari commenti, viene indottrinato dal solo coach.
La stat review consiste nell’analisi delle statistiche (di Poker Tracker o Holdem Manager) con individuazione dei maggiori leaks e spiegazione del significato e dell’utilità di determinate statistiche.
Il ghosting consiste infine nell’assistere ad una mia sessione di gioco, al fine di carpire eventuali giocate non propriamente nel bagaglio di ogni singolo coachato. Nel corso della sessione gli allievi si appuntano tutte le giocate per loro non comprensibili e alla fine me le espongono in modo che io chiarisca per quale motivo ho giocato una mano in un determinato modo.
D: La persona che stimi maggiormente nel mondo del poker?
R: Non ho un nome su tutti, ma ci sono una serie di persone che stimo particolarmente. Visto che quest’intervista è stata principalmente improntata sul coaching, mi piace chiuderla facendo il nome di Matteo SunTzu19, che è a mio avviso l’esempio perfetto di come un coach dovrebbe essere (preparato, disponibile, paziente, bravo a spiegare, insomma tutte le qualità di cui ho parlato qualche domanda fa). D’altra parte le sue straordinarie attitudini come coach mi vengono costantemente confermate sia in forma diretta dall’entusiasmo dei suoi allievi, sia in forma indiretta dagli ottimi risultati ottenuti da questi ultimi.
D: Un consiglio a tutti coloro che leggeranno questa intervista?
R: Se volete affrontare l'imminente arrivo del cash game sulle poker rooms italiane da squali e non da pesciolini, non esitate a contattare Pokermagia all'email coaching@pokermagia.com, sul contatto skype pokermagia.recruiting oppure sul forum di Assopoker a questo indirizzo. Ciao a tutti da Matrix!