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Il poker e la mancanza di umiltà - by Matrix75

Gianluca 'matrix75' Pala nella simpatica caricatura del nostro Lorenzo 'Palo' PasquaCosa occorre per essere vincenti nel texas hold'em? Bastano le capacità tecniche, saper contare le odds, leggere bene gli avversari ed assegnare loro i giusti range? Sono tutte cose indispensabili, ma c'è un elemento senza il quale tutte le nostre conoscenze rischiano di diventare sterili: l'umiltà! Ne è convinto il nostro Gianluca 'matrix75' Pala, eminenza grigia dell'area tecnica di Assopoker Forum e coach di pokermagia.

In un illuminante post scritto qualche tempo fa, Gianluca indica quali sono i difetti più frequenti riscontrati nei giocatori italiani, secondo la sua esperienza di player e coach. Andiamolo a leggere insieme:

"Dopo mesi di coaching, sono giunto ad una conclusione, e cioè che uno dei modi migliori per imparare a giocare a poker è insegnare a giocare a poker. Non è un aforisma provocatorio alla Oscar Wilde, ma solo una conclusione alla quale sono giunto dopo mesi di sessioni assistite, hand review e dialoghi vari con i coachati. E’ incredibile quanto possa migliorare il thinking process di un giocatore nel momento in cui viene a conoscenza dei thinking process di numerosi altri giocatori, indipendentemente dalla bontà e dalla efficacia di questi TP. Ed è incredibile come e quanto l’overthinking possa risultare deleterio e controproducente, laddove un livello di pensiero basilare avrebbe consentito la massimizzazione dei profitti.

Non sono impazzito e non sto ovviamente dicendo che ragionare a livello 0-1 sia meglio che ragionare a livello 2-3. Sto in realtà scrivendo una cosa tremendamente banale, che tutti dovrebbero facilmente intuire ma che, probabilmente nella sua banalità, non da tutti viene colta, e cioè che bisognerebbe sempre capire il TP del nostro avversario e ragionare a quello immediatamente successivo. Altrimenti si rischia di fare il gioco altrui. E’ l’errore più comune che vedo costantemente commettere da molti dei miei coachati.

E ciò che differenzia coloro che reputo abbiano prospettive di vincita nel lungo periodo da coloro che rischiano invece di mantenere per sempre lo status di perdenti (o scarsamente vincenti) è sostanzialmente uno: i primi esordiscono, nel raccontarmi/descrivermi la mano, con un interrogativo: “dove ho sbagliato?”, “potevo evitarla o giocarla diversamente?” ; i secondi giustificano sempre le chips perse proclamando frasi tristemente offensive nei confronti dell’avversario di turno: “è un ritardato di m…”, “questi donk prendono sempre le loro”, etc…

Questo thread è “dedicato” a tutti coloro che commettono l’errore di non mettersi sufficientemente in discussione, che cominciano a sentirsi arrivati quando hanno in realtà appreso solo le basi del gioco, che si considerano, per partito preso e senza aver ancora dimostrato nulla, più forti degli avversari che hanno al tavolo, indipendentemente se siano giocatori con cui hanno history o players completamente unknown.

Questa riflessione, quindi, non è destinata ai neofiti (o quanto meno non prioritariamente a loro), perché l’errore al quale mi riferisco è spesso figlio del processo evolutivo di un giocatore di poker. E’, in altri termini, una delle tante insidie che un giocatore di poker deve saper affrontare nel corso della sua carriera: evitare di sentirsi superiore alla media dei propri avversari solo perché si son cominciati a fare i primi profitti; evitare di etichettare come incapaci tutti quegli avversari che hanno magari dimostrato di non conoscere il significato di termini tecnici che fanno invece parte del proprio bagaglio di conoscenze; e soprattutto evitare di partire dal presupposto che il proprio modo di giocare una determinata mano e/o di affrontare una determinata situazione di gioco, sia necessariamente il migliore o l’unico corretto.

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Fatevi domande, chiedete, confrontatevi, parlate il più a lungo possibile con giocatori più bravi ma anche (e forse soprattutto) con giocatori del vostro livello, a prescindere se li consideriate più o meno bravi di voi. Carpirete in tal modo informazioni preziose anche al di fuori dal tavolo, e sarete sempre più spesso in grado di discernere quale sia la mossa corretta da fare sia contro Tizio che contro Caio, laddove Tizio gioca in maniera radicalmente opposta rispetto a Caio.

Il poker è un gioco di persone: se continuerete costantemente a studiarne i comportamenti e a mettervi in discussione, ne trarrete benefici; in caso contrario continuerete a fare ciò che riesce meglio ai giocatori perdenti: whinare, attribuendo tutte le cause delle vostre sconfitte all’avversione della Dea Bendata."

Gianluca 'Matrix75' Pala

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"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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