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"Fusione" tra Paradise Poker e Party, per riscrivere la storia dell'online

GVC ha vinto la battaglia finale contro 888 Holdings e si è vista accettare la sua offerta per l’acquisto di Bwin.party per 1,7 miliardi di dollari. Il board della multinazionale austro-inglese ha accettato la proposta presentata da Kenneth Alexander, si attende solo la ratifica dell’accordo da parte degli azionisti.

Se l’operazione dovesse andare in porto (oramai vi sono il 99% di possibilità), GVC ha già pianificato l’organizzazione dell’asset poker del nuovo gruppo. 888 ha fatto sapere in queste ore di essersi ritirata dall'asta.

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Il bookmaker inglese è proprietario di SportingBet che, a sua volta, controlla Paradise Poker, storica room acquistata nel 2004, per 340 milioni di dollari.

Una cifra pazzesca (dopo vi spiegheremo le ragioni di un prezzo che potrebbe apparire folle nel 2015), ma grazie all’ operazione, SportingBet registrò un boom pazzesco in borsa.

Tornando ai nostri giorni, GVC Holdings ha reso noto che cercherà di rafforzare la liquidità di PartyPoker, facendo entrare il famoso brand nel network del sito di Bwin.party.

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In un primo momento i piani di GVC Holdings erano quelli di acquistare la multinazionale e cedere l’intero asset poker (comprensivo del brand World Poker Tour) a PokerStars. Ma il board di Bwin si è opposto.

In questo modo, Kenneth Alexander, CEO del bookmaker inglese, ha rivisto le strategie per quanto riguarda il poker, visto il veto dei manager austriaci e la cessione ai cinesi del WPT.

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GVC ha fatto sapere di voler “stabilizzare e implementare le performance del poker”. PartyPoker rimane la seconda piattaforma mondiali per ricavi e l’ottava per action nel cash game.

Vedere uniti i due brand in un unico network fa venire i brividi per chi ha vissuto e conosce la storia del poker online. Parliamo infatti di due rooms che hanno scritto pagine importanti della texana (in particolare del gioco Limit) alla fine degli anni ’90 (quando Paradise Poker era la room di riferimento) e inizio 2000 (con PartyPoker che ha dominato il mercato fino al 2006).

PlanetPoker è stata la prima room online, ma Paradise Poker ha presto dominato il mercato statunitense, prima di passare il testimone a PartyPoker.

Per circa 3 anni, Paradise è stata la casa degli high stakes online e nel 2004 è stata ceduta, battendo ogni record di vendita per l’epoca.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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