In italiano il suo cognome significa "Uomo morto", ma Simon Deadman è davvero l'estremo opposto: uomo e marito felice, nonchè giocatore di poker professionista in prepotente ascesa. Dopo un paio d'anni di gavetta nei circuiti live britannici, ha assaggiato il piano superiore del poker dal 2011 e nel 2014 è letteralmente esploso con 1,16 milioni di dollari in vincite lorde, guadagnandosi il premio di miglior torneista live dell'anno in Gran Bretagna.
Il 2015 è stato per lui l'anno della consacrazione: un monte vincite live di 545mila dollari ma soprattutto un consolidamento ai massimi livelli, con ben otto piazzamenti WSOP e un braccialetto sfiorato nel NL Hold'em da 5.000$ vinto da Jason Mercier, con il nostro Dario Sammartino quarto.
In una recente intervista con il collega Lee Davy per Pokerupdate, Simon ha svelato alcuni particolari della sua storia e della sua vita privata. Sposato da 4 mesi e con intenzioni di allargare la famiglia, Deadman ammette il ruolo importantissimo di sua moglie Shola: "è fondamentale sotto molti aspetti. La vita di un pokerista è strana, e conosco molti colleghi che faticano a portare avanti una relazione, soprattutto se la propria compagna non fa parte di questo mondo e non ne comprende le dinamiche". Non è il caso di Deadman, perchè la sua Shola è a sua volta una giocatrice e ha pure centrato un grande risultato di recente: un secondo posto all'IPT High Roller di Malta, che le ha portato un premio da ben 96mila euro...
Al di là dei soldi portati a casa, Simon si sente fortunato ad avere incontrato Shola: "Per me è fondamentale, riesce a farmi rimanere lucido anche nei momenti di downswing. E' un po' come avere un mental coach gratis, sempre a disposizione..."

Nel 2011 giocava ancora i tornei da 50 sterline, oggi si siede agli high roller compreso il One Drop WSOP da 111.111$ la scorsa estate, concluso tuttavia fuori dai premi. Un'ascesa pazzesca ma non folle, perchè la transizione è stata graduale, così come i guadagni ai tavoli. Tutto merito di un equilibrio di fondo che rimane uno dei punti di forza di Simon, come giocatore e come persona. Un ragazzo responsabile e pratico, che prima di tuffarsi nella carriera di poker pro faceva il panettiere: "Lo facevo per guadagnare, ma mi piaceva molto."
Ieri sfornava baguette, oggi gira per il mondo a giocare ricchi tornei, ma sa già che non sarà così per sempre: "So di essere un privilegiato a poter fare questa vita, ma so anche che non sarà per sempre. Ad esempio, una volta che la famiglia si dovesse allargare sicuramente dovrei rivedere la mia agenda di tornei live. Ma Shola mi aiuterà anche in questo, così come ha sempre fatto nella gestione del bankroll".