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"Il Monopolio tedesco è illegale"… la Corte UE boccia la Germania e avverte tutti i partiti europei anti gambling!

L'industria del poker pone particolare attenzione alle vicende che riguardano il mercato tedesco, essendo il più importante per volumi sulla rete dot com. I principali high rollers europei inoltre arrivano tutti dalla Germania che può godere di un movimento numeroso e temibile. Ed anche in fatto di scommesse i bettors teutonici non scherzano quando c'è da puntare sulla Bundesliga e sugli altri campionati.

La normativa tedesca sul gambling è - da anni - nel mirino delle autorità europee, con Bruxelles che ha più volte richiamato lo stato federale e i land regionali. Ma i politici a Berlino sembrano rimanere indifferenti agli avvertimenti dei magistrati e dei membri della commissione.

La scorsa settimana è intervenuta a gamba tesa la Corte di Giustizia Europea che si è espressa su un caso controverso che vedeva coinvolta una donna (Sebat Ince) che aveva installato un totem di un bookmaker austriaco, all'interno di un bar sport della Baviera.

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La società di scommesse non era autorizzata a raccogliere gioco in Germania ma per la Corte di Giustizia "il Monopolio tedesco sul gioco è illegale", pertanto la condotta della donna era da ritenersi legittima.

Per i giudici che si sono espressi in Lussemburgo, sede della suprema corte, il vecchio sistema monopolistico teutonico di fatto è ancora vivo perché alle società private non è stata ancora data l'opportunità di raccogliere gioco in maniera effettiva, con regolari licenze rilasciate dai 20 land.

In una delle 13 pagine della sentenza, vi è un passaggio chiave che va tenuto ben presente: per la CGE, l'esistenza di un monopolio di gioco illegale in Germania, impedisce alle autorità di perseguire chiunque esegua un sistema di scommesse sportive senza licenza.

I giudici rimangono fedeli alla giurisprudenza della corte lussemburghese: senza una disciplina compiuta e regolare del mercato, possono operare le società non autorizzate con licenza in un altro paese dell’Unione.

Questo principio giurisprudenziale è senza dubbio un avvertimento (l’ennesimo) pesante a tutti gli stati membri che non hanno ancora approvato una legge nazionale che regolamenta il gambling.

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Le conseguenze possono arrivare anche nel nostro paese, se pensiamo alle leggi del 2009 e del 2011 sul poker live che non sono state attuate con un regolamento della autorità italiane.

Non a caso la Corte di Cassazione si è sostituita alla pubblica amministrazione ed ha disciplinato, in qualche modo, il fenomeno, con alcuni criteri ben definiti (tornei freezeout etc).

Le conseguenze di questa sentenza non sono limitate solo alla Baviera: quella della Corte di Giustizia Europea è anche un chiaro avvertimento a tutti quei partiti (in primis Movimento 5 Stelle e alcune correnti del PD) che vogliono l'abolizione del gioco legale nel nostro paese.

Questa scelta politica porterebbe a conseguenze disastrose: spalancherebbe le porte a tutti gli operatori non autorizzati che sarebbero legittimati a farlo in maniera del tutto legale (siamo o non siamo nell'Unione?). Un conto è la demagogia spiccia da bar, basata su conclusioni superficiali solo per ottenere qualche voto in più ed un conto è la realtà dei fatti.

Puoi leggere qui la sentenza in versione integrale

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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