Ancora una volta il Codacons si vede sbattere la porta in faccia nella sua crociata contro il poker online. Il comitato, noto per le battaglie in difesa del consumatore, aveva inoltrato un ricorso contro la legalizzazione del poker online in Italia. Nel testo, inoltrato nell'ottobre scorso dall'avvocato Rienzi - presidente del Codacons stesso - si accostava l'avvenuta regolamentazione dello Stato Italiano, con l'avvio delle concessioni AAMS agli operatori di poker online, a rischi di assuefazione al gioco, al pericolo di rovinare famiglie con i debiti contratti, suicidi e quant'altro.
Il TAR del Lazio lo aveva presto respinto, ma il Codacons non si era perso d'animo, e aveva inoltrato lo stesso ricorso contro AAMS in appello al Consiglio di Stato, chiedendo ancora una volta la sospensione delle concessioni erogate agli operatori di poker online. Il 31 marzo scorso è arrivata la sentenza, con esiti che non mutano quelli precedenti. Il Consiglio di Stato ha infatti imitato il Tar del Lazio, respingendo il ricorso del Codacons con un'ordinanza che recita quanto segue:
"Considerato che la scelta di autorizzare lo svolgimento di giochi di abilità a distanza (e quindi del c.d. poker online) risale alla norma primaria, la quale demanda al Regolamento ministeriale la concreta disciplina di tali giochi;
Considerato pertanto che i vizi dedotti dal ricorrente Comitato non riguardano la circolare dei Monopoli, la quale per questa parte non sembra esibire - nei limiti di delibazione propri della fase cautelare - valenza normativa innovativa;
Rilevato infine che il D.M. n. 186 del 2007 non sembra comportare la definizione di regole tecniche rilevanti ai fini comunitari di protezione della concorrenza;
P.Q.M.
Respinge l'appello [...]"
In sostanza, la valenza "ideologica" delle argomentazioni addotte da Codacons è stata inesorabilmente bocciata. D'altra parte, mentre quasi ogni giorno vengono fuori studi e ricerche che dimostrano - in modo sempre più incontrovertibile - come il poker sia un gioco in cui l'abilità è un fattore determinante, appare singolare come da alcune parti ci si accanisca proprio contro di esso, come fosse una qualunque lotteria istantanea.
Sia ben chiaro, alcuni allarmi che l'associazione dei consumatori lancia sono reali e condivisibili, soprattutto in periodi come questo in cui la crisi rischia di spingere diverse fasce della popolazione verso la povertà o la disperazione. Ma l'elemento profondamente errato di tutta la vicenda è proprio questo legare alla diffusione del poker pericoli che esistono, e in maniera ben più marcata, in altri giochi ritenuti legali già da diverso tempo, o addirittura da decenni come ad esempio il lotto.
Cari amici di Codacons, vi invitiamo a leggere le pagine di Assopoker, o di qualunque altro portale che cerca - come noi - di diffondere una cultura, non una febbre. Scoprirete concetti come "disciplina", "giocare in bankroll", "controllo del tilt", oltre a centinaia di strategie, tattiche, diversivi, e il confronto continuo sui forum per un miglioramento reciproco. Tutti elementi che danno a questo gioco una dignità straordinaria, che non merita questo accanimento. Il tempo della caccia alle streghe è finito...da un pezzo!