Braccio + esperienza battono talento. Sembra una buona sintesi per il trionfo - invero piuttosto inatteso - dello slovacco Jan Bendik, che regala il primo EPT al suo paese e si regala un bell'assegno da 961.800€, dopo avere sfinito la resistenza dell'ottimo Adrien Allain.

FINAL TABLE SPACCATO IN DUE
Il francese si presentava al tavolo finale da sei giocatori con i favori sia da un punto di vista tecnico che nel chipcount, guidato in coabitazione con il connazionale Jimmy Guerrero, altro esponente di un poker più "di braccio", istintivo, legato alla percezione del tavolo e dell'avversario e a sottili equilibri psicologici tipici del poker live.
Un final table strano, come spaccato in due: da una parte i due chipleader, dall'altra quattro outsider intorno ai 20 bb, pronti a tutto per guadagnarsi la loro chance: Umarov, Rosen, Bendik e Calamusa. Quest'ultimo è il più intraprendente tecnicamente, ma intrappolato in uno stack senza grossi margini; Rosen e Umarov outsider veri con poca o zero esperienza live; Bendik con tante battaglie già alle spalle e uno stack da difendere in attesa di tempi migliori.
E per lo slovacco i tempi migliori arrivano quasi subito, quando coolera il povero Rosen condannandolo a una subitanea eliminazione. Quindi è Calamusa a doversi arrendere, per mano del connazionale Guerrero, mentre Umarov viene mandato alla cassa da Guerrero.
TECNICA VS BRACCIO
Allain e Guerrero, ancora una volta "classe vs braccio", un po' il leit motiv di questo final table che trova un suo climax in un colpo che sposta gli equilibri: Allain prende il largo in uno spot in cui prende grandi ma calcolati rischi, approfittando della posizione e di un avversario palesemente messo fuori dalla sua comfort zone. Su board 10 4 7 4 4 Allain prima 4betta con 6 9 , poi punta flop, checka dietro turn e si inventa un "resto secco" al river, che manda in tilt Guerrero. Quest'ultimo ha q a , ci pensa una vita e alla fine folda, lasciando all'avversario il monster pot e a se stesso quel tilt che forse ne condizionerà il prosieguo del torneo.

Poi ci si mette di mezzo anche Bendik, che raddoppia ai danni dello stesso Guerrero vanificandone la coppia d'assi quando finisce ai resti con K7 su flop K47. Le certezze di Jimmy si frantumano fino al coinflip decisivo che perde contro Allain, lanciando il biondo connazionale verso un heads up che pare il preludio a un trionfo: in vantaggio per 21 milioni contro 10, con una gran dimostrazione di forza. Ma c'è l'ultimo ostacolo da superare e, guarda caso, è il più duro di tutti.
BENDIK, CATEGORIA "DIE HARD"
Bendik, insomma, non è certo lì a fare la vittima sacrificale. Stiamo parlando di un vecchio leone che spilla carte da anni e anni, che sicuramente paga in termini di conoscenza delle ultime evoluzioni del poker ma che ha grande esperienza e la qualità - indispensabile live - di "sentire" il tavolo.
Il vantaggio di Adrien arriva fino a 24 milioni contro 7, Bendik si piega ma non ha la minima intenzione di spezzarsi, anzi si rialza con un raddoppio esiziale: 66 vs AK e board liscio a pareggiare sostanzialmente i conti. Inizia così una guerra psicofisica, prima che di carte.
L'heads up dura in tutto ben 145 mani, e si conclude su un colpo davvero imparabile. Allain apre a 525.000 con 8 8 , Bendik 3-betta a 1.650.000 con 10 10 ottenendo un call.
Il flop a 8 4 promette già bene, ribaltando gli equilibri con un set per il francese, che chiama la puntata a 1.600.000 dello slovacco.
Sul turn 10 si possono già andare a prendere i popcorn... Bendik stavolta checka, per poi rilanciare a 4,2 milioni sul floating a 1.5 milioni di Allain, che chiama ancora.
Il river è un 3 , Bendik manda i resti coprendo di pochissimo il rivale e Allain chiama, rimanendoci di sale

Quello che il povero Adrien rimane a fissare è l'ultimo, pirotecnico board del PokerStars e Monte-Carlo®Casino EPT Grand Final e della 12esima stagione EPT. Se lo aggiudica Jan Bendik:
- Jan Bendik 961.800€
- Adrien Allain 577.800€
- Jimmy Guerrero 406.850€
- Asan Umarov 305.660€
- Pierre Calamusa 233.800€
- Oren Rosen 170.950€