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Phil Hellmuth e la mano Slot Machine

Per l’ormai classico appuntamento con la rubrica “La mano della settimana,” Phil Hellmuth ci racconta di un cooler inflitto al giocatore professionista svedese Christer Johansson.

“All’inizio di gennaio sono andato all’Ivey Room dell’Aria Hotel di Las Vegas per giocare un po’ di 150$/300$ mixed game. Avevo appena vinto una bella mano di Limit Hold’em ma mi era parso che il piatto fosse un po’ più leggero di quanto doveva essere in realtà. Non voglio dire che gli altri al tavolo abbiano barato, ma avevo come la sensazione che si fossero ripresi un piccola parte delle loro puntate.

Comunque, la mano successiva trovo 7 7 da small blind: il player da utg apre per due bet ed io rilancio trovando il call del Pro svedese Christer Johansson e del giocatore sul bottone. Sul flop arrivano 7 7 5 … wow, quattro sette… la mano Slot Machine! Punto facendo l’indifferente e gli altri due chiamano. Sul turn scende un 8 e betto ancora, trovando il rilancio di Johansson e il mio re-raise successivo che lui vede.

Il river è infine un 4 : io punto, lui rilancia, io vado ancora su e lui, con altre sei chips nere da 100 dollari a disposizione, sembra valutare un ulteriore re-raise ma poi opta per il call. Io mostro i miei sette e lui gira 5 5 per un full-house floppato… mamma mia che cooler!

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Rivediamo insieme la mano. La mia 3-bet preflop Il Pro svedese Christer Johanssoncon una coppia media è standard, e lo stesso vale per l'azione sulle prime tre community card. Avrei puntato anche con AK, AQ o con qualsiasi altre due carte meritevoli di re-raise preflop. Perché checkare il nuts? Ero sicuro che i miei due avversari avrebbero callato con range molto wide, tipo due overcard, qualsiasi coppia ed anche con un backdoor flush draw.

Lo smooth-call di Johansson con il full-house è invece tutto da discutere: a favore della sua giocata c’era la discreta possibilità che né io e né l’altro giocatore fossimo drawing live. Quindi, perché buttarci fuori dal piatto? Lasciandoci invece entrambi nella mano, lui poteva aspirare a prenderci qualche chips extra, come nel caso – ad esempio – che al turn fosse arrivata una carta a quadri per un eventuale nostro flush draw.

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A sfavore dello smooth-call, invece, bisogna dire che probabilmente lui avrebbe perso qualche bet da me nell’ipotesi che avessi una overpair. Tuttavia, si sarebbe potuta verificare anche una situazione molto profittevole per lui nel caso avessi avuto davvero tale punteggio. Infatti, rilanciando al flop avrebbe trovato un mio ulteriore raise al quale avrebbe poi fatto call. Sul turn avrebbe raisato ancora ed in questo modo avrebbe vinto circa 1.350 dollari in più. Inoltre, se l’altro avversario aveva a sua volta una drawing hand o una overpair, avrebbe vinto ancora di più rilanciando al flop. Il tutto, naturalmente, non considerando la possibilità che avessi beccato subito un quads.

Alla luce di ciò, Johansson aveva sicuramente alcune interessanti opzioni tra cui scegliere dopo aver floppato un full-house, ma forse, dopo aver considerato le alternative, credo che il suo smooth-call sia stata la giocata migliore.

Phil Hellmuth

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