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Intervista esclusiva ad Alec "traheho" Torelli (1° parte)

Alec Torelli ha vinto il Main Event FTOPS nel 2007Alec Torelli è un giocatore di successo a tutto tondo, tanto nel cash game che ne tornei, avendo vinto in carriera a soli 23 anni oltre tre milioni di dollari. Pur essendo californiano ha entrambi i genitori con origini italiane, ed ha così deciso nel 2011 di venire a vivere in Italia, più precisamente a Parma, per imparare la nostra lingua.

Quella che segue è la prima parte di un'intervista che "traheho" ha rilasciato ad AssoPoker in esclusiva: a margine potrete anche ascoltare direttamente dalla sua voce quello che ha avuto modo di raccontarci...

Puoi raccontarci qual'è stato il tuo percorso per diventare un giocatore di successo?

“Ho cominciato a giocare a sedici anni. Un amico mi invitò a casa sua, e vinsi qualcosa come dodici dollari. C'erano molte cose che mi piacevano prima che conoscessi il Texas Hold'em, ma niente che mi avesse davvero colpito come il poker. Iniziai quasi subito a giocare online, dopo un mese vinsi un torneo per circa 2.000 dollari, una cifra che allora mi sembrava enorme. Essere così giovani e vincere una cifra del genere ti fa sentire come un dio, questo mi motivò a continuare a giocare. Ho avuto anche la fortuna di vincere tornei importanti nel momento giusto, il che mi ha aiutato a crescere rapidamente nella mia carriera”

Fra i giocatori c'è un libro molto apprezzato, che è “Fooled by randomness”. Secondo te, quanta casualità è insita nel poker?

“I migliori giocatori - come Phil Ivey, Tom Dwan o Phil Galfond – non hanno spazio per la fortuna, perché altrimenti sarebbe statisticamente impossibile per loro riuscire a vincere costantemente e tanto a lungo. Quando invece parliamo di ciò che viene percepito come un giocatore di successo, di chi  ottiene sponsorizzazioni o vince importanti tornei, credo che la correlazione fra il successo e l' abilità sia più debole. Molti fattori che determinano se riuscirai a vincere un torneo live sono legati alla varianza, quindi alla fortuna. Naturalmente le tue possibilità aumentano in proporzione alla tua abilità, ma un'intera vita può non bastare perché i migliori emergano davvero: potresti giocare trent'anni, e comunque ottenere risultati inferiori a quello che è il tuo expected value. A volte alcuni players vincono un evento da 10.000 dollari di buy-in, e questo può fare la differenza fra un giocatore considerato di successo ed un altro che nessuno conosce. Credo che in questo senso ci sia più fortuna coinvolta di quanto gli stessi giocatori  non credano”

Chi affronta Phil Ivey o Patrik Antonius lo fa per ottenere visibilità, o è convinto di poter trarne un profitto?

Alcuni hanno un ego abbastanza grande da pensare che possa essere profittevole. C'è chi  vuole confrontarsi con i migliori, mentre ad altri non interessa. Credo sia davvero difficile trovare qualcuno capace di ottenere dei benefici dal giocare contro questi professionisti. Prendiamo “Isildur1”: ha ottenuto molta attenzione mediatica ed una sponsorizzazione importante, ma per riuscirci ha dovuto vincere molto, confrontarsi contro i migliori al mondo e per un lungo periodo. La maggioranza delle persone che lo fanno finiscono broke, e sono quel genere di avversari da cui quei professionisti vincono denaro ogni giorno. Non credo si tratti di una buona idea: puoi essere il decimo migliore giocatore al mondo, ma se ti ostini a scontrarti contro i primi nove non potrai che perdere.

Quali sono a tuo avviso le differenze fra un giocatore vincente del $25/$50 ed i migliori players di high stakes?

Credo non ci sia troppa differenza fra alcuni dei più forti giocatori del $25/$50 ed i migliori al mondo. Penso si tratti di credere in se stessi, ed anche nella capacità di saper giocare al meglio delle proprie possibilità ogni giorno: solo i più forti ne sono capaci. Questo è molto importante, anche perché induce timore. Quando giochi un piatto contro Tom Dwan, pensi che perderai.

Quando credi che un giocatore dovrebbe considerare l'idea di diventare un professionista?

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Alle WSOP, 'traheho' è giunto secondo nel 2008Alcuni si trovano più a proprio agio nel provarci in un periodo della loro vita in cui anche se fallisci non è così importante. Io ho abbandonato tutto pur di diventare un giocatore, ma si trattava di sospendere gli studi e non di perdere un lavoro, anche se non avevo alcuna garanzia circa il fatto che avrei guadagnato del denaro. Alcuni credono che lasciare l'università sia un grosso passo, ma alla fine anche l'università non ti fornisce particolari certezze. Devi  ottenere una laurea, e poi trovare un buon lavoro, che non è semplice. Adesso comunque è più difficile prendere quella strada perché il gioco è diventato più duro: alcuni anni fa il poker era una sorta di corsa all'oro, ora non è più così.

Un grinder determinato e intelligente, ma che non abbia alcun talento naturale  per il poker, quale livello credi possa raggiungere nel cash game?

Penso che possa arrivare a giocare il $5/$10, o magari il $10/$20, facendo una table selection chirurgica. Attenzione, sarà comunque estremamente difficile: molto del tempo che spenderai a giocare a poker, in realtà lo passerai seduto in sit out in attesa dell'avversario giusto, ma prima o poi qualche giocatore scarso arriva. In ogni caso è davvero dura. Un grinder medio che gioca più o meno regolarmente magari può riuscire a battere il $2/$4.

Credi sia difficile, per un giocatore giovane, gestire il fatto che improvvisamente ha vinto tanto denaro da cambiargli la vita?

A me è accaduto tutto così rapidamente che mi è sembrato bizzarro stesse succedendo proprio a me. Stavo già vincendo a buoni livelli nel cash game, ma con la vittoria del Main Event FTOPS era la prima volta che guadagnavo tutti quei soldi in una volta sola. Fu pazzesco: molte persone che si trovano in una situazione iniziano a credere che non perderanno mai. Hai bisogno di viverlo per riuscire a capire come fare. Crescendo impari il valore del denaro, e come andare oltre una sessione in cui vinci 50.000 dollari, senza perdere il contatto con ciò che quel denaro significa. Ci saranno momenti in cui quei soldi li perderai, e purtroppo per capirlo devi vivere brutti downswing, ma questa è la vita"

Nella seconda parte della nostra intervista, Alec Torelli parlerà di come intende la sua vita da professionista del poker, del suo soggiorno in Italia e degli obiettivi che si prefigge per il futuro, non soltanto per quanto riguarda il Texas Hold'em...

Piero "Pierelfo" Pelosi

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