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Avv. Di Rella: 'il futuro del poker live dopo la Cassazione'

riccardo-di-rellaLa Corte di Cassazione ha confermato che il poker sportivo live è un gioco d’abilità e pertanto organizzare e giocare tornei di texas hold’em senza rebuy è ritenuta una condotta lecita. Quali saranno le conseguenze per il movimento italiano? Lo abbiamo chiesto all’avvocato genevose Riccardo Di Rella (leggi qui la prima parte dell’intervista) che ha ottenuto, pochi giorni fa, l’ennesima vittoria in tribunale con il dissequestro di un circolo di Tortona.

Cosa prevede per il poker sportivo live dopo la recente sentenza della Cassazione?
Bisogna premettere che contrariamente a quello che spesso si legge, il Texas Hold’em ha visto il suo ultimo tentativo di regolamentazione nel D.L. 98 del 2011 e non nella comunitaria 2008 ormai superata e sostituita da questo nuovo intervento. La più recente sentenza della Suprema Corte fa in effetti riferimento a quest'ultima normativa con la quale venivano stabilite le linee guida per il bando, linee guida che per il vero erano divenute in contrasto con alcune norme successive già prima della scadenza del termine del 1 gennaio 2013 (e non 31 gennaio) stabilito con l'ultima proroga.

Cosa ha spinto i giudici secondo lei a dare ragione ai circoli? A suo avviso l’esistenza o meno di una concessione è pertinente alla problematica legale sollevata?
Giustamente la Corte di Cassazione, ha ritenuto irrilevante la mancanza di concessione, non esistendo ancora la norma relativa e trattandosi di un attività che la legge stessa riconosce essere di abilità

La normativa del 2011 secondo lei è superata?
Io ritengo che la norma che prevede il bando sia superata non tanto per la scadenza di un termine che non mi sentirei di ritenere perentorio, ma quanto per l'incompatibilità di alcune norme con quelle successive non potendo l'ente Aams modificare le norme vincolanti in base alle quali dovrebbe regolamentare: occorre quindi una nuova legge.

Il legislatore in che direzione dovrebbe andare per rispettare le indicazioni della Cassazione?
La nuova normativa non potrà non tenere conto del fatto che il Texas Hold’em è considerato un gioco di abilità e pertanto diventerebbe difficile prevedere una concessione per lo svolgimento di un gioco; sarebbe più opportuno che si giungesse ad una regolamentazione divisa in due tipologie nettamente distinte e regolamentate:  una per i tornei per i quali bisognerebbe delegare il Coni ed una Federazione per la gestione, anche con una imposizione fiscale magari al 3%, come previsto dalla normativa di regolamentazione ed una per chi volesse investire nel settore e con una diversa regolamentazione per quanto riguarda la versione cash.

Secondo lei è la soluzione adatta alle esigenze del mercato?
In questo modo si potrebbero regolamentare entrambi gli aspetti del Texas Hold’em con giovamento per tutti, casse dello stato comprese.

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Per quale ragione la Cassazione dà ragione ai circoli però le forze dell’ordine continuano ad applicare tolleranza zero a prescindere se si giocano tornei oppure cash?
Vorrei fare una considerazione su divieti, retate e Questure: è giusto e doveroso che vengano fatti i controlli, devono essere chiusi tutti quei circoli che fanno cash game, perché si tratta di una tipologia di gioco pacificamente d'azzardo, senza contare la quantità di denaro che, esente da imposte e controlli, viene fatta transitare sui tavoli da gioco con gravi problemi di riciclaggio e rischi di depauperamento dei patrimoni, specialmente delle fasce deboli ma…

Cosa sarebbe opportuno?
Gli organismi preposti, preso atto che la comunitaria 2008 non è più in vigore - per quanto riguarda la regolamentazione del Texas Hold’em - e che quindi la Circolare (si riferisce a quella del 2009 dell’ex Ministro Roberto Maroni, ndr) conseguente non è più vincolante per le autorità (e che secondo ormai la consolidata giurisprudenza non è reato la pratica e l'organizzazione del gioco) provvedessero a legittimare questo gioco stabilendo anche opportuni requisiti e sistemi di controllo sulla liceità del gioco.

Seconda parte – fine

Prima parte intervista. Avv. Di Rella: "le bische del cash danneggiano il gioco legale" 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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