I media americani in queste ore hanno dato risalto alla notizia che tra i nomi coinvolti nello scandalo Panama Papers ci sarebbe anche quello del guru del gioco online Calvin Ayre (Calvin Edward Ayre), il businessman canadese fondatore di Bodog e di un impero nell’e-gaming.
Secondo NBC News le autorità statunitensi stanno indagando addirittura dal 2003 sul fondatore della room terza al mondo per traffico e capace di raccogliere gioco negli Stati Uniti anche dopo il Black Friday.
Molti regular americani hanno continuato a giocarci ma Bodog, grazie anche alle capacità del suo fondatore nella lettura dei mercati, è stato il primo sito occidentale ad investire in modo serio in Asia, conquistando una importante quota, in particolare per quanto concerne i giocatori high rollers.
Ad Ayre piace ostentare il suo stile di vita. Nel 2005 ha dichiarato di aver guadagnato in un anno personalmente 55 milioni di dollari, su un fatturato totale di Bodog di 214.000.000$. Su Forbes si vantava di aver arricchito i suoi conti in banca ancor di più negli anni successivi. Logico che con simili ostentazioni le autorità statunitensi abbiano subito aperto gli occhi su di lui.
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LA SUA STORIA
La sua storia è singolare: figlio di coltivatori di grano e di maiali, Ayre si è interessato fin dagli anni 90′ al business dell’e-gaming, dopo che era stato bandito dalla Borsa canadese per via di alcuni reati nel trading di azioni. Il suo nome è stato anche legato ad un’operazione (secondo la ricostruzione di NBC) di contrabbando di marijuana che vedeva coinvolto anche il padre ed altri conoscenti. Nel 2000 ha fondato Bodog.com e costruito la sua immagine da “cattivo ragazzo miliardario” ed offerto scommesse sportive per poi allagarsi a prodotti come casinò e poker negli States. Come insegna la vicenda Full Tilt però raccogliere gioco da quelle parti è molto pericoloso.
Per le autorità a stelle e strisce “si è arricchito accettando scommesse illegali su internet dagli USA”. Ayre ha sempre rivendicato la sua innocenza, rivelando la natura legale della sua attività, non essendo regolamentata negli Stati Uniti (in realtà il betting è vietato così come le transazioni nei confronti dei siti di gioco).
IL BOOM
La sua politica troppo aggressiva ha comportato grossi problemi legali sia negli States che nella maggior parte dei paesi del continente asiatico, Filippine in primis.
Nel 2007 è esplosa la popolarità nell’online (negli States è entrata nel 2006 in vigore però l’UIGEA) e Ayre ha approfittato della scarsa concorrenza (per via dei divieti imposti dalla legge voluta da Bush) per raccogliere un giro di 24 miliardi in scommesse (raccolta) e con profitti per 160 milioni.
Ayre è stato il primo uomo d’affari dell’e-gaming ad essere scelto per la copertina di Forbes. Ha proprietà immobiliari in Costa Rica per 3,5 milioni di euro ed è conosciuto da tutti come un playboy incallito.
Per le autorità statunitensi è ricercato ma la sua risposta è molto social, nel senso che posta su Facebook foto nei paradisi caraibici con donne e champagne. E’ una versione old di Dan Bilzerian ma la vita se l’è goduta al massimo come in occasione del 2010 a Praga, quando organizzò un party per il suo compleanno, presentandolo come il più “bizzarro” con “modelle europee, nani e maiali live“.
E’ senza dubbio un tipo sopra le righe ma rispetto a Bilzerian la sua fortuna se l’è creata da solo: dal 2003 Bodog è la casa di molti poker players e scommettitori high rollers. Possiede anche un blog molto interessante (Calvynayre.com), punto di riferimento per gli addetti ai lavori del settore.
PROBLEMI LEGALI
Purtroppo però non sempre ha rispettato le regole e nel 2012 il Governo degli Stati Uniti lo ha accusato di riciclaggio di denaro e gioco d’azzardo illegale, per via del numero elevato di suoi clienti americani, proprio come è successo nel 2011 a Full Tilt, PokerStars.com, UB.com e Absolute Poker.
Addirittura, il Dipartimento dell’ Homeland Security lo ha inserito nella lista dei 10 latitanti più ricercati.
Quattro anni dopo, il 54enne Ayre non è ancora stato arrestato dai federali su mandato del Dipartimento di Giustizia e dell’IRS (l’agenzia fiscale USA): per le autorità il boss canadese ha creato una rete di società offshore ed è difficile risalire a lui.
Calvin non esita a documentare i suoi viaggi sui social network passando da un paradiso tropicale ad un altro.
Secondo NBC News il suo nome è comparso nell’elenco dei Panama Papers. In diverse occasioni le autorità statunitensi hanno provato a catturarlo. Attraverso il suo avvocato ha provato anche a trattare con i federali per trovare una soluzione, nel frattempo il Governo canadese ha comunicato agli States che non lo estraderà.
SEQUESTRI
Il Dipartimento di Giustizia però non si arrende: è riuscito a sequestrargli già 68 milioni di dollari e secondo le autorità (fonte NBC) Ayre e i suoi soci nascondono centinaia di milioni grazie a diverse società offshore.
Secondo l’atto d’accusa del 2012, il sito Bodog ha depositi per oltre 100 milioni di dollari distribuiti in conti in Canada, Malta, Inghilterra e Svizzera per pagare gli scommettitori (illegali) americani. Altri fondi (42 milioni) sono accantonati per la pubblicità.
Dai documenti rivelati con lo scandalo Panma Papers però forse è emersa un’importante informazione sconosciuta agli investigatori: Ayre ha creato nel 2007 una società nelle Isole Vergini britanniche e secondo gli inquirenti potrebbe essere l’anello mancante.
Con l’espansione di Bodog in Asia (attraverso la società Bodava), Calvin Ayre è ricercato dal 2013 anche nelle Filippine, quando le autorità hanno fatto irruzione nella sede della società arrestando il personale e mettendo tutto sotto sequestro.
Le autorità locali hanno dichiarato che “è una delle persone più ricercate negli Stati Uniti ed abbiamo il fondato sospetto che abbia vissuto per diversi anni a Manila. La polizia sta collaborando con l’FBI”.
Dal 2012 rimane uno degli uomini più ricercati dell’e-gaming, non è l’unico. Mente geniale ma un po’ troppo ribelle e poco rispettoso delle regole. Questo è Calvin Ayre, il playboy high stakes che ha creato un impero negli anni d’oro dell’e-gaming.