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DoJ: ‘ban per Isai Scheinberg, Chris Ferguson e Howard Lederer’

howard-ledererSono stati 15 giorni molto caldi a Manhattan: l’interruzione della trattativa improvvisa (per forti pressioni politiche esterne) aveva fatto temere il peggio ma PokerStars.com ha voluto chiudere l’accordo a tutti i costi. Era prioritario risolvere i propri problemi legali negli States ed acquistare Full Tilt Poker.

Le resistenze del Dipartimento di Giustizia (DoJ) riguardavano il ruolo e la figura di Isai Scheinberg (fondatore e proprietario al 75% di Stars) che, nonostante il rinvio a giudizio emesso il 15 aprile 2011, non si è mai costituito dinanzi le autorità statunitensi. 

A dire il vero si è dovuto trattare su altre basi, rispetto al primo accordo ‘ufficioso’ che sarebbe stato molto vantaggioso per i due siti coinvolti e per gli azionisti di riferimento.

A seguito di un durissimo braccio di ferro, è prevalso il buon senso ed i procuratori di New York hanno voluto salvaguardare le ragioni creditorie di migliaia di players. Si è trovato un compromesso di ‘facciata’, onde evitare attacchi da parte dell’opinione pubblica statunitense.

Le azioni civili riguardanti le due rooms saranno archiviate. Tutte le altre azioni giudiziarie, sia penali che civili individuali, non saranno interrotte. Per questo motivo, Isai Scheinberg dovrà dimettersi da tutte le cariche del gruppo dell’Isola di Man. 

Nonostante le questioni formali, l’ex ingegnere canadese dell’IBM, rimane saldamente al comando del gruppo (come azionista di riferimento). La presidenza passa nelle mani del figlio Mark Scheinberg

Nessuna pregiudiziale da parte del DoJ, sul rientro negli USA dei due siti, purché sia consentito dalle leggi federali e statali. In altre parole si tratta, al momento, di una possibilità solo teorica. Dipenderà – in un secondo momento – se saranno approvate leggi statali e federali (e molto dipenderà anche dalle condizioni).

In queste ore, il procuratore Preet Bharara (titolare dell’inchiesta sul poker online negli USA) ha confermato ufficialmente l’accordo trilaterale con PokerStars e Full Tilt Poker. 

In particolare, il Distretto Sud di New York del Dipartimento di Giustizia (DoJ) ha preteso l’azzeramento dei vertici della rooms pre black-friday. Isai Scheinberg, Chris Ferguson e Howard Lederer (i tre uomini più potenti del poker mondiale fino al 2011) non potranno più avere ruoli operativi nei due siti coinvolti dall’inchiesta.

Ecco quali sono i termini dell’accordo, ufficializzati dal DoJ: 

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La transazione con il DoJ costerà a PokerStars 547 milioni di dollari più l’impegno a rimborsare i giocatori extra Usa per 184 milioni, entro 90 giorni dalla stipula dell’accordo.

– entro 6 giorni da oggi, PokerStars dovrà versare 225 milioni di dollari al Governo statunitense per il perfezionamento del deal.

– entro 45 giorni dall’acquisizione dei beni confiscati da Full Tilt Poker, Isai Scheinberg dovrà dimettersi da ogni carica di PokerStars. Il DoJ specifica: “non dovrà occupare alcun ruolo di gestione e direzione di PokerStars. Questa disposizione è soggetta a revisione una volta arrivati alla risoluzione della vicenda penale”.

“A PokerStars – sottolinea il DoJ – è vietato offrire poker online real money negli Stati Uniti fino a quando non sarà legale farlo in base al diritto statunitense”.

– E’ vietato il conferimento di qualsiasi incarico per Raymond Bitar, Howard Lederer, Rafael Furst, Chris Ferguson e Nelson Burtnick (tutti ex azionisti e consiglieri o manager della red room).

Commenta la notizia sul forum di Assopoker: discuti sul futuro della nuova Full Tilt Poker

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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