Ad una settimana dalla riapertura di Full Tilt Poker, sono stati rimborsati i giocatori di tutto il mondo, ad eccezione dei clienti italiani e statunitensi.
Come detto, nell’ultimo comunicato, la situazione per i nostri connazionali è definita ancora “complessa” e negli ultimi sette giorni non sono emerse novità di rilievo, nonostante sia chiara la volontà di PokerStars di voler rimborsare/risarcire gli ex clienti della red room.
Il gruppo dell’Isola di Man ha già stanziato i fondi che sono stati depositati in conti fiduciari vincolati all’operazione. In questo modo Stars ha ottemperato all’accordo con il Dipartimento di Giustizia ed attende indicazioni dalle autorità locali per poterli mettere a disposizione dei clienti.
Situazione di stallo anche negli States (sono in sospeso ancora 184 milioni di dollari), seppur in tal caso vi sia una mobilitazione generale dei giocatori che – attraverso la Poker Players Alliance (PPA) – stanno partecipando in modo attivo alla trattativa con il DoJ.
Il direttore esecutivo John Pappas si presenterà nell’imminente incontro con i Procuratori, con un asso nella manica: il super consulente Marc Zwillinger, laureato ad Harvard ed esperto di diritto applicato alle nuove tecnologie e internet, nonché ex membro del DoJ. Un pezzo da novanta, molto autorevole nel settore.
Negli USA, il Dipartimento non ha ancora comunicato come calcolerà i saldi dei players e quali saranno i criteri adottati. Stars ha messo a disposizione 184 milioni per la transazione ma i fondi non sono ancora stati distribuiti.
In particolare, c'è da chiarire come saranno ricostruiti i movimenti dei pagamenti rimasti in sospeso (persi nella rete degli intermediari creata ad hoc per aggirare l'UIGEA) e stabilire inoltre come saranno calcolati e convertiti in termini monetari i Full Tilt Points e gli Iron Man Medals.
La potente PPA è senza dubbio un elemento di pressione importante nella trattativa e nella tutela degli ex clienti di Full Tilt.
La positiva esperienza statunitense dovrebbe essere emulata anche dai giocatori europei, a maggior ragione in questo momento storico, nel quale la Commissione Europea sta consultando tutti gli attori in gioco, per definire norme standard che dovranno garantire una tutela adeguata ai consumatori nel gambling online continentale. Sono stati consultati i rappresentanti dei governi nazionali, gli operatori ed esperti legali, ma nessuno si è degnato di ascoltare il consumatore finale (players) che ha più esperienza di tutti sul campo. Le generiche associazioni dei consumatori, con tutto il rispetto, non possono avere conoscenze tecniche adeguate in un settore così complesso.