Si recano spesso nei casinò di Tbilisi e dintorni, i players provenienti da Azerbaijan, Turchia e Armenia, nazioni dove il gioco è vietato. Così come in Russia.
Putin, dopo le politiche restrittive approvate nel 2009 (con la chiusura di centinaia di sale solo a Mosca), pensa all'apertura nella vicinissima Sochi e in Crimea, dopo aver individuato 4 zone a “statuto speciale” dove è permesso offrire gioco (in realtà questa politica è fallita nei fatti).

Secondo EurasiaNet, il Cremlino eliminerà presto i divieti nell'ex area olimpica proprio per attirare maggiori turisti sulle rive del Mar Nero, dopo gli ingenti investimenti effettuati per ospitare il più importante evento sportivo voluto da Putin. Un modo per attirare i giocatori del Causaso Meridionale e impedire ai russi di “arricchire” la Georgia.
Il colosso statale Sberbank, la più imponente banca russa, sta pianificando l'apertura di un complesso a Krasnaya Polyana.
Si potrebbe prospettare una probabile nuova guerra dei casinò sulle rive del Mar Nero, tra Russia e Georgia.
L'industria del gambling però continua a credere nel mercato georgiano: il colosso di Hong Kong, MelcoLot Ltd (società nata dalla compartecipazione tra Stanley Ho e gli australiani di Melco Crown Entertainment Ltd), con importanti interessi a Macao, si è mossa ed ha chiesto una licenza a Tbilisi: l'operazione sarà condotta anche con importanti uomini d'affari locali.