Caesars Entertainment è consapevole di possedere uno dei marchi più prestigiosi del mondo del poker: quello delle World Series of Poker e sta facendo di tutto per imporsi anche nel mercato dell’online, non solo negli Stati Uniti.
Ma bisogna fare un discorso più ampio: quest’estate si è avuta la prova che il “giochino” ha ancora delle potenzialità incredibili. Quando le poker rooms si muovono nel marketing e tornano ad investire in modo mirato, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Gli americani, in questo, sono sempre stati maestri.
Se il mercato del poker è in flessione (in Italia, Francia ed in Europa in generale) è perché le gaming company hanno investito i loro budget marketing quasi esclusivamente nei casinò (slot online) e nel betting (durante i mondiali, si è assistito ad un bombardamento di spot sulla Rai e su Sky).
Ma quando questi mercati arriveranno alla saturazione, le alternative rischiano di scarseggiare per l’industria europea dell’e-gaming. Ecco perché chi continua ad investire nel poker (e nei social games), può avere pronto un paracadute importante per il futuro.
La controprova arriva da PokerStars.it: una delle poche rooms che ha continuato ad investire nella valorizzazione del proprio brand ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti (è il quinto sito mondiale per traffico).
Amaya Gaming e Rational Group stanno mettendo in atto un progetto più a largo respiro, proprio in un’ottica intelligente di diversificare gli investimenti. Ma il poker rimane il core business del gruppo.
Un altro piano di rilancio ambizioso è in atto in un mercato ristretto come quello del Nevada e, nonostante la liquidità esigua, la risposta è stata ultra positiva.
Caesars Entertainment ha schiacciato il piede sull’acceleratore durante le World Series of Poker e l’action nel cash game online è aumentata del 50% nel mese di giugno rispetto a maggio, grazie a diverse promozioni e un punto fisico al Rio che consentiva ai players di poter ricaricare i propri conti gioco.
Nel mercato del Nevada, l'azione è cresciuta complessivamente del 20% e le revenues hanno superato (per la prima volta) il milione di dollari.
Certo, si tratta di un mercato particolare, dove possono giocare non solo i residenti, ma tutti coloro che in quel preciso momento si trovano entro i confini dello Stato.
E’ normale che durante le WSOP ci sia il picco di affluenza. Però i manager di Caesars sono stati abili a spingere i pokeristi presenti a giocare anche online, nonostante la forte concorrenza di un’offerta live impareggiabile: al Rio era in corso un vero e proprio Festival del poker, con tornei di tutti i tipi (anche low stakes) alternativi ai campionati del mondo. Ed anche gli altri casinò non scherzavano (ad iniziare dal Venetian con gli MTT deep stack, per non parlare dei tavoli cash live del Bellagio e dell’Aria).
Caesars continua a confidare nel poker, non solo negli States. Il direttore esecutivo Ty Stewart ha voluto un manager europeo al suo fianco: poche ore fa è stato nominato suo braccio destro il transalpino Gregory Chochon, country manager per la Francia ed in passato responsabile di PartyPoker negli MTT organizzati al Casinò Barriére.
Segno evidente che WSOP.com vuole espandersi nei mercati europei ed è per questo motivo c’è da scommettere che Caesars stia già lavorando in ottica WSOP Europe 2015, mettendo tutte le risorse in campo, per lanciare nel Vecchio Continente la propria room online, in grande stile.