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Il poker e la tv italiana: quale futuro?

Il 4 febbraio la notizia del ban della pubblicità del gioco online nella televisione italiana aveva fatto il giro del mondo. I toni erano a dir poco allarmistici nei confronti del futuro del poker online legale nel nostro paese. Nella giornata di ieri, il testo della "Delega Fiscale" è stato definitivamente approvato dalla Camera dei Deputati, spetterà ora al nuovo Governo emanare i decreti attuativi e rendere l'oscuramento effettivo. 

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Il testo però si può prestare a diverse interpretazioni e soprattutto, è bene dirlo, il ban non potrà essere totale e l'Esecutivo guidato da Renzi dovrà rispettare alcuni limiti, in ottemperanza delle linee guida contenute nella legge delega (come prevede la Costituzione) e i principi dell'Unione Europea in materia. In un contesto tale, pende però un grosso punto interrogativo sul mondo del poker televisivo italiano. 

La responsabilità ora cade sul Govero che dovrà trovare una soluzione equilibrata. Di sicuro, al netto delle considerazioni tecniche, non spira una buona aria: il poker avrà ancor meno spazio nei palinsesti dei principali network generalisti. Negli ultimi anni, molti concessionari hanno rinunciato alla promozione del giochino e le trasmissioni dedicate sono state relegate a fasce orarie notturne, iper-protette.

Vediamo cosa prevede la norma: 

Rafforzamento del monitoraggio, controllo e verifica circa il rispetto e l'efficacia delle disposizioni vigenti in materia di divieto di pubblicità per i giochi con vincita in denaro, soprattutto per quelli on line, anche ai fini della revisione della disciplina in materia, con particolare riguardo all'obiettivo della tutela dei minori;

aa) introduzione del divieto di pubblicità nelle trasmissioni radiofoniche e televisive nel rispetto dei principi sanciti in sede europea relativi alla tutela dei minori per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsivi

bb) previsione di una limitazione massima della pubblicità riguardante il gioco on line, in particolare di quella realizzata da soggetti che non conseguono concessione statale di gioco.

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Il punto focale nella futura applicazione del divieto della pubblicità televisiva per il gaming riguarda il “rispetto dei principi sanciti in sede europea relativi alla tutela dei minori per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsavi”.

Giovanni Carboni, fondatore di EGLA (European Gambling Lawyers and Advisors), ha sottolineato nel suo blog che il ban dovrà rispettare le linee europee e non sarà totale. Il noto consulente ha inoltre messo in evidenza che rispetto al testo originario, al termine dell'iter parlamentare, si è adottata “ una soluzione” più ragionevole  e soddisfacente proposta dal Governo”. 

I lavori parlamentari hanno messo in evidenza che, in un primo momento, il Senatore Nencini (PSI) aveva proposto un oscuramento totale. 

C’è da dire che il clima non è affatto buono: sono quotidiani gli attacchi del Partito Socialista Italiano e soprattutto del Movimento Cinque Stelle. I deputati di Grillo anche ieri hanno presentato un ordine del giorno (atto politico, poi accolto dal Governo), sul divieto totale della pubblicità

Ma in questo caso sarebbero calpestati i principi europei e soprattutto, il risultato finale sarebbe opposto a quello voluto: invece di tutelare i minori ed i soggetti più a rischio, si favorirebbe il gioco non autorizzato (di fatto le autorità italiane non avrebbero più controllo su nulla) e verrebbero colpiti in maniera letale i concessionari.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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