Ad aprile l'action del poker online mondiale è calata del 12% rispetto al 2012. Numeri che potrebbero generare una certa preoccupazione tra gli investitori, considerando il vistoso calo del traffico sulla rete internazionale dopo il black-friday.
Nell'ultima settimana addirittura vi è stata una diminuzione del 6%: secondo gli esperti di PokerScout, questo dato negativo può essere giustificato soprattutto dall'innalzamento delle temperature in tutto il continente europeo che ha raffreddato l'azione ai tavoli virtuali. I primi 10 siti mondiali hanno marcato segno negativo e questo declino è stato registrato per la settima settimana consecutiva.
La brusca frenata è anche dovuta al fatto che sono terminate alcune importanti promozioni su due rooms di livello mondiale. Ed è proprio questo il punto. Senza i proventi derivanti dal poker made in USA (un miliardo di rake annua), i principali operatori internazionali hanno budget più ristretti per la promozione del poker online in tutto il globo ed in particolare in Europa. Mancano nuovi giocatori e l’impulso del poker televisivo è sempre più debole e si sta affievolendo.
Per questo motivo, la ripresa del principale mercato diventa cruciale per tutto il settore. Ma il business c'è eccome, almeno così pensano a Wall Street. Se avete dei dubbi, rileggete l'analisi di Morgan Stanley sulle prospettive dell'e-gaming.
Viviamo in una fase di transizione, con il passaggio da un settore libero e selvaggio, con poche regole, a più mercati regolamentati (vedi Europa e Stati Uniti), sotto il controllo dei Governi locali.
E' bastata la luce verde per il regolamento dell'online in New Jersey per far volare i titoli dei colossi di Las Vegas, in primis Caesars Entertainment. Il titolo Zynga ha subito una brusca impennata in borsa dopo le recenti news provenienti da Las Vegas e Atlantic City.
Nei prossimi due anni si formerà negli Stati Uniti una piattaforma di liquidità condivisa nel poker tra una decina di realtà (l'ultima a svoltare è la Pennsylvania), solo come primo step.
Fa pensare soprattutto l'operazione di spin-off che ha riguardato in queste ore uno dei principali gruppi americani: lo scorporo di Caesars Interactive Entertainment (CIE) dalla capogruppo Caesars Entertainment, imbalsamata da ben 24 miliardi di debiti. Per garantire e rendere più solida la struttura, verranno inglobate in CIE, diverse proprietà immobiliari: il Planet Hollywood di Las Vegas e l'Horseshoe di Baltimora (in costruzione).
Nonostante le preoccupanti prospettive di dover pagare gli interessi sempre crescenti, i mercati vedono di buon occhio questa operazione (+27% nelle ultime settimane).
Il futuro è online e Caesars cercherà di riacquistare credibilità tra gli analisti finanziari, lanciando il sito WSOP.com in tutto il mondo, in partnership con 888 (le cui revenues annue sono aumentate del 15%). Ci sarà un motivo se uno dei maggiori operatori mondiali di casinò investe cifre da capogiro (500 milioni in una prima fase) nel poker online.