Gli enti governativi europei si sono riuniti a Parigi per fare il punto sulla regolamentazione del gioco. Sul poker online è maturata la convinzione che la liquidità sia la soluzione migliore per incrementare le entrate fiscali.
Dal 12 al 14 settembre, gli enti regolatori dei principali stati europei si sono incontrati a Parigi, come vi avevamo raccontato la scorsa settimana: la convinzione comune è che la scelta di segregare i field nel poker online sia stata un'idea fallimentare. Per la maggioranza dei presenti, questa soluzione penalizza le entrate fiscali dei singoli stati.
Secondo indiscrezioni raccolte dal portale OnlinePokerReport, Francia, Italia e Spagna sarebbero le più convinte del fatto che isolare i field sia stato un grave errore. Non ci vuole molta fantasia per realizzare tutto questo. L'Italia da anni cerca partner affidabili per la liquidità internazionale, la Spagna ha più volte valutato l'ipotesi di aprire i suoi confini "pokeristici" nazionali guardando non solo agli stati europei ma anche sudamericani, mentre l'Arjel francese da anni spinge per questa soluzione ma solo pochi mesi fa ha ottenuto l'assenso da parte del Senato.
Tra i paesi presenti, la Gran Bretagna ha sempre condiviso i propri giocatori con la comunità internazionale anche a seguito della regolamentazione di due anni fa ed ora sta valutando se compiere questo salto con il New Jersey.
L'Austria ha approvato un progetto condiviso con la Finlandia. Rimane indeciso solo il Portogallo, mentre la Germania continua a rimanere ostile al gioco online.
La lentezza della burocrazia degli stati europei però sembra l'ostacolo principale. Rimane ottimista Francesco Rodano, ex responsabile dell'online per l'Italia ed al momento, Chief Policy Officer di Playtech. Di recente, durante il convegno londinese “Responsible Gambling Innovation”, ha dichiarato: "la mia sensazione è che si arriverà presto alla liquidità internazionale, soprattutto per quanto riguarda il poker online che può contare su una platea globale. Si tratta di un argomento sul quale i regolatori stanno discutendo ormai da diversi anni, già dal 2009”.
Sul gioco legale in generale le idee di Rodano sono chiare: “difficilmente si riuscirà ad arrivare a una regolamentazione europea unica sul tema. Ogni paese - ha dichiarato ad Agimeg - infatti affronta il tema in modo indipendente e si creano delle situazioni disallineate. La Commissione Ue sta lavorando sugli standard tecnici, ma il successo del responsible gambling dipenderà molto dalle scelte dell’industria del gioco. Il fenomeno del gioco responsabile è fondamentale per il settore, che altrimenti rischia di essere messo in cattiva luce con il rischio di una deriva proibizionistica che potrebbe ottenere l’effetto contrario, spostando di fatto il gioco problematico sui siti illegali dove non può essere controllato”.