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Le nuove tecnologie possono agevolare il progetto della liquidità aperta nel poker?

[imagebanner gruppo=ballas] Parliamo di un tema caldo e delicato: la liquidità internazionale e la possibilità per il nostro paese di aprire le porte per consentire ai players italiani di poter sfidare i giocatori stranieri. Il progetto con Francia e Spagna sembra tramontato o comunque lontano dalla sua realizzazione, visto soprattutto le resistenze del parlamento transalpino.

E’ bene essere chiari fin da subito. L'ambizioso disegno sembra in alto mare, i segnali non sono positivi. Però per il poker online italiano una soluzione va trovata o il rischio è quello di vedere molti regular intraprendere la strada dell’estero.

Ci sonomercati regolamentati, come ad esempio Danimarca e Gran Bretagna che pur avendo un sistema di tassazione differente, hanno consentito ai propri players di continuare a grindare e sfidare il field del dot com.

Le nuove imposizioni del Governo inglese hanno però indotto le rooms a dover operare con nuove licenze obbligatorie e con un sistema di tassazione più alto (15% sul rake lordo). Tale novità ha avuto l’effetto di indurre, ad esempio, PokerStars ad alzare il rake su alcuni giochi o tornei.

La dura e critica posizione dei regular però ha indotto, proprio in questi giorni, ad una retromarcia.

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Eric Hollreiser, responsabile della comunicazione di PokerStars, ha però fatto capire che la room numero uno al mondo ha una soluzione tecnologica pronta: “Stiamo sviluppando la capacità di applicare una rake diversa a giocatori di nazionalità differenti, ma che partecipino alla liquidità condivisa. Per questi giocatori potrebbe esserci un leggero aumento della rake nella seconda metà dell’anno, ma eventuali cambiamenti in questo senso saranno comunque comunicati non appena possibile”.

Parole che suonano in maniera chiara e che aprono la possibilità anche ad altri mercati regolamentati, come ad esempio Italia, Francia e Spagna di poter aderire allo stesso progetto, salvaguardando le entrate fiscali. E non parliamo solo di PokerStars ma anche di altri importanti network.

In questi anni, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha sempre sottolineato che la politica del Governo italiano è quella di far giocare i nostri players in ambienti controllati e protetti. I filtri potrebbero comunque essere implementati anche in un mercato aperto, con la collaborazione di network autorizzati che già offrono standard di sicurezza importanti e lavorano con le autorità.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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