In Francia il boicottaggio al poker online continua da parte dei politici: è stata negata ancora la possibilità ai giocatori transalpini di potersi confrontare con il field internazionale, mentre la tassazione nel cash game continua a rimanere proibitiva e porterà presto il mercato ad uno scontato oblio.
In questo Articolo:
Italia
Nel nostro paese si registra qualche timido passo in avanti: è migliorato il prelievo fiscale per quanto concerne i poker tournaments (è pari al 20% della rake lorda e non è più calcolato sul buy-in), ma il texas hold’em non scalda certo le attenzioni del Governo, molto sensibile ed attento invece al gettito fiscale derivante da giochi di pura fortuna come le slot, Vlt e lotterie varie.
Il gioco online, nonostante rappresenti solo il 4% della spesa, è entrato nel mirino e sono entrati in vigore gli ennesimi limiti alla pubblicità: sulle tv generaliste non sarà possibile promuovere il gambling fino alle 22 di sera.
Mondo
In Germania invece le autorità non vogliono neanche sentir pronunciare la parola poker mentre negli States il business legato al poker è stato sradicato da Bush prima (controllato da PartyPoker) e Obama poi (il Black Friday ha messo ko Full Tilt, Absolute e UB), dopo anni di tolleranza. In Russia l’hanno messo al bando, ma la crisi petrolifera, li ha indotti a fare un passo indietro.
Poker live
Ritornando in Italia, è imbarazzante l’indifferenza registrata in questi anni rispetto al poker live: da 7 anni è entrata in vigore una legge che disciplina il settore ma che non ha mai stata messa in atto, con il previsto regolamento attuativo.
Risultato: problemi di ordine pubblico in tutte le regioni, mancato gettito fiscale per svariati milioni di euro (ma per lo Stato sono briciole) e confusione interpretativa imperante. Ma c’è di più: la Cassazione ha legittimato – di fatto – ad operare i circoli che organizzato tornei freezeout. Perché tutto questo? Il poker live non interessa, è visto come un problema da gestire per la politica e la pubblica amministrazione. Purtroppo il poker non genera risorse tali da poter finanziare una campagna mediatica e di opinione per far capire come potrebbe essere gestita l’offerta sul territorio, con un notevole accrescimento della legalità e delle tutele per i giocatori-consumatori.
Perché tanta indifferenza?
Dai governi occidentali la texana non gode di sicuro delle attenzioni e sensibilità della politica rispetto ad altri giochi che sono considerati gambling puro. Perché?
Le risposte le troviamo se analizziamo i dati di mercato. Poche ore fa, Malta Gaming Authority (MGA) ha pubblicato il report relativo al primo semestre 2015 e le revenues per lo Stato derivanti dal poker rappresentano solo l’1%.
Malta
Malta è un caso che va seriamente preso in esame: un quinto del traffico mondiale del gioco online passa proprio dalla piccola isola del Mediterraneo. L’e-gaming rappresenta direttamente e indirettamente una cospicua fetta del PIL nazionale e crea un indotto non indifferente, considerando le numerose gaming company basate in loco.
Il poker è vero che rappresenta solo l’1% delle entrate fiscali ma è visto di buon occhio da MGA e dal Governo locale per un semplice motivo: attira giocatori sulle piattaforme e incentiva poi il cross over con gli altri games.
Poker visto con favore
Nel live, ha applicato una strategia simile il casinò maltese di Portomaso: il direttore italiano Eros Ganzina ha puntato tutto sul poker per promuovere la sua sala da gioco (organizzando tornei come EPT, IPT, Battle of Malta e in passato anche WPT) e i risultati sono sotto gli occhi di tutti con un aumento delle revenues nel 2015. Si parla di un incremento superiore al 30% rispetto al 2014. Un record se pensiamo agli altri casinò europei, in eterna crisi.
Puntare sul poker quindi conviene alle sale da gioco, sia live che online. In materia di gaming online Malta sembra decisamente avanti e l’MGA vuole riformare il sistema delle licenze per renderlo molto più snello e competitivo, con procedure più semplici e dinamiche ma con una particolare attenzione alla sicurezza dei fondi dei players (lo scandalo Everleaf è servito da lezione). Inoltre Malta guida una coalizione europea, nella quale è presente anche l’Italia (ed altri 18 paesi), per uniformare il sistema disciplinante all’interno di tutta l’Unione Europea, sotto la supervisione di Bruxelles.
MGA
Nonostante nel 2015 sia aumentato il numero dei mercati regolamentati e quindi il business potenziale per le società di e-gaming che operano sulla rete dot com, le gaming company autorizzate sull’isola nel 2015 sono 277, con 474 licenze separate: l’incremento è sensibile è del 14,5% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Le entrate fiscali legate all'e-gaming sono pari a 14.068.462 € nel primo semestre 2015. Solo l'1% deriva dal poker online.
"Il 58% delle gross gaming revenues è stato generato dai giochi da casinò, seguiti dalle scommesse sportive al 34%. Il Betting Exchange copre il 4% del gettito fiscale dell'e-gaming mentre il poker l'1%" c'è scritto nel rapporto.
Le statistiche pubblicate poi mettono in evidenza il potenziale di espansione del poker e di altri mercati considerati verticali da Amaya presente sull'isola anche con Rational Group (PokerStars e Full Tilt) e con un importante quartier generale dove vengono controllati tutti i mercati del Sud Europa.
Per MGA i giocatori più numerosi (40%) sono compresi nella fascia di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Il 27% ha un'età che va dai 25 ai 34 anni. I più giovani (18-24) rappresentano il 16% (a testimonianza della concorrenza pesante dei video games).