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La rinascita del poker americano: tra nuova liquidità condivisa e i "profitti record dalle crypto dei players"

Prima di analizzare i nuovi positivi scenari del poker americano online a stelle e strisce, vi aggiorniamo sulla notizia del giorno: il Dipartimento di Giustizia statunitense ha deciso di non presentare alcun reclamo alla Corte Suprema in merito alla sentenza favorevole alla New Hampshire Lottery.

Nel 2020, i giudici del New Hampshire avevano riconosciuto che l'interpretazione restrittiva del Wire Act doveva applicarsi solo alle scommesse e non ad altri giochi come lotterie e poker online.

Il Dipartimento di Giustizia (sotto la guida di Jeff Session nominato da Donald Trump) aveva minacciato di appellarsi alla decisione, ma proprio in queste ore sono scaduti i termini per un ricorso alla Corte Suprema. Il caso è chiuso e l'industria del poker può tirare un bel sospiro di sollievo.

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In questo modo i singoli stati hanno la possibilità - non solo di regolamentare i mercati interni - ma anche di siglare nuovi accordi per la liquidità condivisa nel poker online e negli altri giochi.

Michigan e Pennsylvania stanno già studiando l'ingresso su come aderire agli accordi già esistenti sulla condivisa. Presto anche il West Virginia potrebbe regolamentare il poker online ed unirsi al tavolo. Già esiste un accordo tra New Jersey, Delaware e Nevada.

Poker americano: gli operatori e network già autorizzati online

Nuovi investimenti e nuovi operatori all'orizzonte anche per la liquidità comune: saranno protagoniste partypoker US Network e di PokerStars USA Network già presenti in Pennsylvania e Michigan (i due stati di riferimento per numero di popolazione e grandezza del field).

Il mese scorso, Yaniv Sherman, Senior Vice President e Head of US di 888 Holdings, ha dichiarato a Poker Industry PRO che il partner WSOP prevede di lanciare la propria rete in Pennsylvania e Michigan quest'estate.

Ricordiamo che 888Poker è l'unico network al momento a liquidità condivisa interstatale (Nevada-Delaware-New Jersey grazi al Multi-State Internet Gaming Agreement - MSIGA).

Nella rete condivisa gestita da 888 figurano WSOP New Jersey , WSOP Nevada , 888poker New Jersey e tre skin attive nel Delaware.

PokerStars USA è già presente in Pennsylvania, Michigan e New Jersey ma non gestisce ancora alcuna piattaforma a liquidità condivisa. Deve attendere gli accordi interstatali; c'è grande ottimismo visto che la room è già dominante nei singoli stati con quote di mercato molto alte.

La nuova poker room che si affaccerà presto nel mercato a stelle e strisce condiviso sarà BetMGM (di proprietà della multinazionale di Las Vegas MGM e di Entain del gruppo di partypoker) che ha intenzione di lanciare una rete di poker online interstatale. Al momento è attiva in New Jersey, Pennsylvania e nel Michigan. Ha anche una licenza triennale in Nevada (ma non si conoscono ancora i piani per essere attiva a Las Vegas e dintorni).

Poker americano, il target: una liquidità condivisa tra 8 stati

Il sogno e l'obiettivo finale è quello di vedere tutti gli otto stati (dove l'online è già legale) dare vita ad un mercato unico con lo stesso pool. Non sarà un processo che si realizzerà a breve termine, ma i presupposti per gli Stati Uniti di diventare di nuovo il primo mercato mondiale, ci sono tutti, a 10 anni dal Black Friday.

Il Dipartimento di Giustizia ha rilasciato oggi una dichiarazione secondo cui "il governo non ha intenzione di chiedere la revisione della Corte Suprema della decisione del Primo Circuito", ha dichiarato il super avvocato Ifrah (regista nel 2012 dell'accordo per la vendita di Full Tilt a PokerStars, salvando la red room dalla bancarotta).

A 2 anni dalla revisione del Wire Act e la sua interpretazione restrittiva voluta dal Dipartimento di Giustizia guidato dall'Esecutivo di Donald Trump (i procuratori federali sono di nomina presidenziale negli USA) si è finalmente ottenuta una chiarezza definitiva riguardo il poker online e la liquidità condivisa.

I motivi della rinascita del poker americano e di un secondo boom

Oggi negli Stati Uniti si può dire che - dopo 10 anni di aspre battaglie - si è creata una piattaforma legale che potrà solo favorire il rifiorire del poker online.

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Ma sono diversi i motivi che inducono all'ottimismo e ad una spinta verso la popolarità del poker negli USA, visto che stiamo parlando di un gioco nazionale (le famiglie durante il Natale non giocano a tombola ma a poker), sarà dato anche dai buoni profitti che molti poker pro hanno maturato in questi ultimi 2 anni nel mercato delle cryptovalute. Lo sostiene Tony Dunst.

Il giocatore professionista (che ha il difficile compito di sostituire il leggendario e compianto Mike Sexton come commentatore e presentatore del WPT) ha presentato una tesi originale su uno dei motivi che spingerà il poker americano a rivivedre un secondo boom.

"Fin dal primo boom  afferma Tony Dunst -del poker nei primi anni 2000, le persone hanno cercato di indovinare cosa avrebbe potuto ricreare un'altra crescita esponenziale. Ho sentito di tutto, dall'"apertura del mercato cinese" alla "crescita di un field femminile" ma sono sempre stato scettico al riguardo.

Tuttavia, gli ultimi sei mesi si sono create una serie di condizioni in cui sono finalmente pronto ad ammettere che potremmo assistere a un nuovo boom; anche se di breve durata".

"Poker players ed investitori hanno guadagnato molto dal mercato delle cryptovalute"

Tony Dunst elenca i tre fattori: "La pandemia, la velocità nella regolamentazione del poker online negli Stati Uniti e i soldi che gli investitori hanno guadagnato in criptovalute e altri mercati speculativi".

"I giocatori di poker sono stati una delle prime comunità ad adottare le criptovalute . Nonostante gli alti e bassi del mercato e sul fatto che alcuni nascondano i profitti lamentandosi pubblicamente sui cali di prezzo del Bitcoin, chi ha investito nella criptovaluta fin dai suoi inizi continua a registrare guadagni immensi, anche senza dedicarsi a speculare in borsa con il suo prezzo".

"Durante i lockdown molti si sono riavvicinati al poker e ci sono nuovi giocatori"

Il giocatore professionista continua nella sua analisi: "La pandemia è stata un vero cataclisma, sotto tutti gli aspetti. Il modo in cui ha influito sulla nostra routine e sul nostro modo di vivere è stato l'aspetto più grave della terribile situazione da cui cominciamo a vedere una via di uscita, almeno nei paesi più sviluppati".

"Durante i mesi più duri, il poker ha rappresentato un'alternativa  per molte persone rispetto ad  altre forme di intrattenimento che non erano più disponibili. E questa tendenza è sostenibile. Non è un segreto che il traffico del poker online sia salito alle stelle nei primi mesi della pandemia, e anche se la febbre iniziale si è attenuata, credo che il poker sarà in grado di trattenere molti di quei nuovi giocatori".

Il boom del live nel "post" pandemia

Per Dust il vero boom sarà nel live: "Ora che i vaccini sono disponibili e i grandi circuiti sono tornati, i giocatori affollano le sale da poker per godersi l'esperienza dal vivo. I numeri lo confermano: il WPT di aprile al Seminole Hard Rock ha battuto il nostro precedente record di iscrizioni a un evento del circuito principale, e tutti gli eventi che si stanno svolgendo a Las Vegas ultimamente sono di dimensioni gigantesche ”.

Sul poker online negli Stati Uniti, l'arrivo di Biden alla Casa Bianca e la decisione del Dipartimento di Giustizia di fare marcia indietro sulla revisione del Wire Act hanno fugato molti dei dubbi dei legislatori statali. Le nuove giurisdizioni che hanno già approvato il gioco d'azzardo online e quelle che stanno studiando nuove leggi hanno una attitudine positiva nei confronti del poker interstatale".

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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