Come abbiamo visto, il business delle scommesse e dei CTD, gestiti con licenza maltese, rimane in forte discussione: il futuro sembra quasi del tutto compromesso, anche se si prevede un’aspra battaglia legale all’orizzonte. Ma la futura Digital Tax potrebbe mettere la parola fine alla contesa e alle prospettive di questo modello di business.
Un sistema che sembra in forte discussione in tutta Europa, da quando, come avevamo previsto tre anni fa, la Gran Bretagna ha deciso di imporre la propria tassazione ai bookmakers offshore, con il criterio del “Punto di Consumo”. Un cambio di politica che, di fatto, ha fatto venire meno le protezioni per Malta e Gibilterra.
Ma stanno subendo lo stesso destino anche i bookmakers tedeschi che hanno sede sull’isola del Mediterraneo e che si sono visti recapitare una bella lettera dal fisco di Berlino.
Il trend è chiaro: gli Stati europei oramai non tollerano più che il business e l’indotto fiscale dell’e-gaming venga sottratto alla proprie casse. E in Italia hanno elevato il grado di scontro. Tutti i governi dell’Unione Europea ed extra UE, stanno regolamentando i mercati interni.
C’è sempre meno spazio per il betting e poker dot com. Il ritiro di BetUniq, Planet e Goldbet ha senza dubbio colpito la liquidità di alcuni grossi poker network internazionali, ma ci sono anche incognite da non sottovalutare anche per PokerStars.com e altri network come 888Poker e iPoker.
Il primo mercato di Stars è la Germania, ma a Berlino e dintorni il poker online è da sempre vietato e si riscontrano sempre più condanne penali e impossibilità di cash out.
Negli Stati Uniti i battenti sono chiusi da anni. In un piccolo stato come il New Jersey, Rational Group non ha ancora ottenuto la licenza dopo quasi due anni dalla richiesta mentre per PartyPoker e 888Poker non rappresenta un business così rilevante. In Nevada invece è impossibile, mentre in California si parlerà di regolamentazione forse nel 2016.
La Russia ha oscurato il sito di PokerStars e Putin sta regolamentando il betting online, autorizzando solo bookmakers locali. Farà la stessa cosa anche per il poker. Medesimo discorso vale per il Brasile che è un mercato in forte crescita, sugli stessi passi Olanda, Svezia, Romania e Portogallo (la prima licenza sarà rilasciata a novembre).
In Cina invece tira una brutta aria: l’esempio del torneo live in uno stadio olimpico interrotto sul più bello dalla polizia, nonostante le autorizzazioni, è senza dubbio un segnale da cogliere e non sottovalutare. Senza Germania, Russia e Cina, il poker.com rischia di vedere evaporata la liquidità comune con una caduta verticale.
L'unica soluzione è quello di creare una liquidità condivisa tra tutti i mercati regolamentati e solo PokerStars-Amaya possono dare un impulso simile.
Ad esempio, le rooms britanniche autorizzate, pagano le tasse a Sua Maestà ma i giocatori comunque hanno la possibilità sempre di far parte del field internazionale. stessa mossa è stata fatta da Danimarca e Belgio. Il futuro del poker è quello: mercati regolamentati europei e americani, tutti con un'unica liquidità, il tempo del far west del dot com (free tax) è destinato a finire, tranne qualche rara eccezione, come nei paesi caucasici (Georgia per esempio) e asiatici.