Summit a Bruxelles, ad inizio settimana, della Commissione Europea con i rappresentanti degli enti regolatori (AAMS in prima linea) sulle nuove politiche dell’Unione in merito ad una eventuale e futura regolamentazione del settore del gioco online.
Fumata grigia, per non dire nera, considerando che al termine della riunione i commissari europei hanno deciso di aggiornare la discussione a settembre, secondo quanto riporta l’agenzia Agicos. La maggioranza degli Stati Membri è stata chiara: nessuna disciplina comune, né direttiva europea in materia, con mantenimento dei ‘Monopoli’ interni.
Mai come in questo momento, in un momento di crisi, i paesi membri necessitano delle entrate fiscali derivanti dal gambling. Decisiva, sotto il profilo politico, è stata la posizione della Gran Bretagna che ha annunciato, per la prima volta nella storia, di voler tassare i siti offshore.
Alla fine però si dovrà trovare un compromesso, perché i commissari spingono per una normativa quadro che detti regole comuni, al fine di tutelare i consumatori contro le truffe online e che limiti la dipendenza da gioco. Dovranno inoltre essere sposate da tutti gli stati, norme contro il fenomeno del riciclaggio e a salvaguardia dell’integrità delle manifestazioni sportive.
Tramonta però l’ipotesi del mercato unico nel poker online; non si farà ancora nulla. Difficile inoltre ipotizzare in ambito continentale un fondo comune di liquidità a causa soprattutto della diversità dei regimi fiscali adottati in ogni paese, ma l’accoglimento di un primo nucleo di norme potrebbe favorire gli accordi di collaborazione tra stati: da mesi Italia e Francia lavorano ad una possibile piattaforma comune, con Gran Bretagna e Spagna interessate al progetto. Malta e Danimarca, nel frattempo, hanno annunciato un’intesa per una futura collaborazione. Ma per il poker.eu c’è ancora tempo.