PokerStars.com e Full Tilt hanno comunicato di non accettare più gioco in diversi paesi, con effetto immediato, dove non vi è una regolamentazione e le leggi vigenti sono poco chiare sul gioco online.
I responsabili di Rational Group non hanno specificato i mercati grigi che sono stati raggiunti dal provvedimento, ma dai primi rumors sembra che siano concentrati soprattutto in Asia e Africa, per lo più paesi islamici.
In particolare, hanno ricevuto comunicazione dal supporto, i players residenti in Afghanistan, Bahrain, Bangladesh, Cuba, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Kenya, Kuwait, Malesia, Mozambico, Myanmar, Nigeria, Corea del Nord, Pakistan, Qatar, Ruanda, Arabia Saudita, Senegal, Sudan, Siria , Tanzania, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Zimbabwe e Palestina.
Non sono pervenute comunicazioni ai giocatori di Russia, Germania, Cina e Canada, le nazioni che rappresentato i principali mercati sulla rete dot com.
Rational Group ha informato i giocatori che possono effettuare le operazioni di cash out dei fondi in qualsiasi momento e a loro piacimento.
PokerStars ha giustificato il provvedimento, come una logica conseguenza della revisione periodica che svolge l'ufficio legale sulle varie operazioni mondiali. Innanzitutto queste scelte sembrano frutto delle nuove strategie imposte da Amaya Gaming, società quotata in borsa che deve porre attenzione ad ogni dettaglio. Da questo punto di vista il cambio politico sembra evidente, rispetto alla precedente gestione Scheinberg (nella foto in basso Isai e Mark).
Ma, sembra altrettanto chiaro che l'abbandono di determinati mercati sia stato dettato dal recente Gambling Act britannico che entrerà in vigore il prossimo 1 Novembre (è stato posticipato di un mese per ragioni tecniche).
Le gaming company che operano con una licenza del Regno Unito dovranno giustificare alla Gambling Commission di Londra, la presenza nei singoli mercati grigi. Non è un caso che Rational abbia scelto di interrompere le operazioni, con paesi che potrebbero potenzialmente creare tensioni politiche internazionali, in particolare con il Governo britannico.
Inoltre, in forza della nuova legge, i volumi derivanti proprio da tali paesi, non dovranno superare la soglia del 3% rispetto al turnover totale.
Considerando inoltre gli equilibri politici internazionali che si stanno creando in questo momento storico, tiene banco la questione russa: PokerStars e Full Tilt sono state oscurate dagli uomini di Putin, così come molte rooms occidentali. La Guerra Fredda è appena iniziata anche nel poker e lo "Zar" sta pensando addirittura di nazionalizzare (e isolare) internet, ma i player russi sono tra i più numerosi su PokerStars.com .
In Cina invece sono stati mossi passi politici importanti da parte di Stars (soprattutto per il gioco live) mentre l'incognita rimane il Canada, altro mercato strategico per i due siti.
Ad esempio, uno dei principali book mondiali, Ladbrokes, ha deciso di ritirarsi, in attesa che giunga a conclusione "la revisione dei regolamenti di i-gaming canadesi". E' molto probabile che la betting company britannica abbia fatto due conti e ritenga di dover rientrare nei nuovi parametri imposti (3% sul turnover) da Londra.