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PokerStars punta sul live sull’asse Macao-Madrid

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Da sei mesi a questa parte, la prima poker room mondiale sembra aver cambiato strategia e pianificato una serie di investimenti ingenti che esulano – in parte – dal comparto dell’online puro. Conclusa quasi del tutto la complessa operazione di acquisizione di Full Tilt Poker (mancano i rimborsi ai giocatori italiani e statunitensi), PokerStars ha deciso di investire in maniera decisa e pesante sul live.

Rational Group (la holding di controllo di Stars e Tilt) sembra insomma perseguire una nuova strada, inusuale per la sua politica che - in passato - concentravano gli investimenti solo su internet.

Il gruppo dell’Isola di Man, mai come in questo momento, crede nel binomio tra live e online. Un passo obbligato soprattutto nel mercato asiatico, dove il poker rimane un gioco di nicchia che ha bisogno di visibilità ed è oscurato in maniera quasi naturale dal baccarat, vera passione per i gamblers cinesi.

Proprio a causa del baccarat, dopo tre anni di partnership, PokerStars ha visto conclusa la sua esperienza di prestigio con il casinò Grand Lisboa di Macao. Nell’ex colonia portoghese, all’inizio del 2012, è entrato in vigore un regolamento che limita il numero di tavoli da gioco per i casinò. In questo modo il Grand Lisboa ha deciso di smantellare la poker room concessa in affitto a PokerStars, per ottimizzare al meglio la propria offerta sul baccarat.

PokerStars però non si è data per vinta ed è riuscita a siglare – di recente - una collaborazione importante con il casinò Grand Waldo (nell'immagine in alto), per continuare a sviluppare l’ambizioso progetto PokerStars Macau. In questo modo la room dalla picca rossa si è assicurata l’organizzazione dei più importanti eventi live della capitale asiatica del gioco, con un buon ritorno di immagine.

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La scorsa settimana, PokerStars ha annunciato l’inaugurazione della propria room al Gran Casinò Madrid (nella foto sopra la nuova sala da poker). I manager dell’Isola di Man vogliono giocare d’anticipo rispetto al mirabolante progetto di Sheldon Adelson di EuroVegas (con sei mega casinò che sorgeranno nella periferia della capitale spagnola).

Per ragioni normative detiene le quote di minoranza di una sala da gioco live in Belgio e soprattutto ha investito in maniera pesante in due strutture strategiche: ha acquistato azioni dell’Hippodrome di Londra (a marzo verrà aperta la room brandizzata con la picca rossa nel cuore del poker britannico) e rilevato la proprietà dell’Atlantic Club Casinò (ex Hilton) di Atlantic City.

Un’operazione onerosa considerando l’ esborso di circa 50 milioni più tutti i debiti esistenti (si parla di una cifra consistente), ma strategica più che mai per rientrare nel mercato online degli States (nel New Jersey si prevede la legalizzazione entro la fine del 2013).

Le possibilità di poter valorizzare il brand sarebbero infinite, con l’organizzazione di tornei ed eventi speciali sul suolo statunitense; non male come prospettiva se pensiamo che il black friday non è un ricordo molto lontano.

Insomma PokerStars più che mai punta sul live: bisognerà capire – nei prossimi mesi – quale sarà la sua posizione politica e strategica in merito al mercato italiano e alla possibile apertura di mille poker rooms previste dalla legge del 2009.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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