Il 22 agosto prenderà il via un'importante kermesse dedicata al poker in terra canadese, il Montreal Poker Festival. Pokerstars avrebbe dovuto sponsorizzare questo evento come fa con EPT, IPT, PCA e moltissimi altri circuiti nel mondo ma due giorni fa ha deciso di tirarsi indietro, ritirando il suo brand dalle comunicazioni ufficiali e da tutti i canali di marketing. La scelta ha immediatamente scatenato un caso su forum americani come twoplustwo e su molti portali di informazione legata al poker in quanto, secondo alcuni, questa scelta andrebbe vista come il primo passo verso il ritiro di Pokerstars dal mercato canadese.
In realtà questa ipotesi sembra decisamente allarmista ma prima di spiegarne il motivo è necessario capire i perchè di tutto questo fermento intorno a una notizia non particolarmente importante. Tutto nasce da una notizia di qualche mese fa: Skrill, noto portale per le transazioni di denaro online, non avrebbe più accettato pagamenti verso le poker room dal 2 gennaio 2014. La decisione fu presa in quanto il mercato del gambling in Canada non è regolamentato e soprattutto perchè molto frammentato vista l'indipendenza di cui godono le singole province. In un contesto del genere, il colosso dei pagamenti online non voleva rischiare eventuali sanzioni e ha così deciso di chiudere le porte al gambling, poker online compreso.
Da quel momento, tutta la comunità pokeristica interessata (parliamo dei cittadini canadesi ma anche dei moltissimi statunitensi che si sono trasferiti a Nord dopo il ban del poker online negli USA) ha iniziato a temere di poter rivivere da un giorno all'altro un Black Friday canadese, con chiusura delle poker room e congelamento dei conti. Questa preoccupazione si è trasformata in allarmismo in seguito al ritiro di Pokerstars dal Montreal Poker Festival.
Una delle collaborazioni tra la precedente gestione di Pokerstars e il Playgroud Poker Club di Montreal
Secondo chi crede in questa possibilità, la nuova proprietà Amaya Gaming (che ha sede proprio a Montreal) avrebbe intenzione di cessare le attività nell'importante mercato canadese in quanto territorio "grigio" in cui operare: senza una legislazione ben precisa, il poker online non è nè legale nè illegale. In realtà è sbagliato passare da un semplice passo indietro su un torneo live alla cessazione definitiva del servizio in Canada e i motivi sono molteplici.
Per prima cosa, l'accordo per questa kermesse era stato stretto dalla precedente proprietà di Pokerstars con il Playground Poker Club di Montreal. Ora è subentrata Amaya Gaming, che avendo la sede legale nella stessa città potrebbe essersi fatta un'idea diversa degli organizzatori dell'evento ed essere in rapporti meno amichevoli. In secondo luogo c'è il forte precedente di iPoker, che nonostante una policy rigidissima sulle nazioni in cui operare (fu un dei primi operatori a ritirarsi dal mercato statunitense quando fu chiaro a tutti che le transazioni di denaro verso il poker online non erano propriamente legali) ha comunque scelto di restare in Canada e di investire con forza in questo mercato.
L'esempio di iPoker è sicuramente il motivo principale per cui sembra molto difficile pensare a un addio di Pokerstars al Canada e a questo si aggiunge il fatto che il dibattito sulla regolamentazione del mercato si sta svolgendo già da qualche tempo nelle sedi ufficiali, per determinare in maniera chiara e netta almeno in quali province del paese sia assolutamente legale giocare a poker (la più interessata a questo discorso, oggi, è il British Columbia, visti i moltissimi grinder che vivono a Vancouver).
Alla luce di tutto questo sembra quindi avventato parlare di un imminente ritiro di Pokerstars da quello che è uno degli scenari più importanti del panorama pokeristico internazionale: perdere l'ambita fetta di mercato canadese sarebbe uno smacco troppo grande per la poker room più grande del mondo.