Per anni il mercato statunitense ha garantito entrate record all’industria del poker online, ricavi che sono stati in gran parte reinvestiti per promuovere il gioco in tutto il mondo. Quel magico “flusso” si è interrotto nel 2011 con il black friday e da quasi due anni l’e-gaming sta vivendo una lunga fase di assestamento.
Alla vigilia delle elezioni presidenziali (alle 12 in Italia, inizieranno le operazioni di voto nei 50 stati), Barack Obama è dato in leggero vantaggio nei sondaggi ma non c’è nulla di sicuro.
La domanda che si pongono in molti è se l’esito delle elezioni potrebbe influenzare il futuro del poker online statunitense e mondiale. Difficilmente, a prescindere dal risultato finale, nei prossimi quattro anni dovrebbe essere approvata una legge federale per disciplinare il settore. I principali partiti sono contrari.
E’ bene chiarire che nel caso di vittoria di Mitt Romney, candidato repubblicano, l'industria del gambling online farebbe un deciso passo indietro. Il conservatore (finanziato anche dal magnate di Las Vegas Sheldon Adelson) ha ricordato durante la campagna elettorale, ed in particolare nelle primarie nel Nevada, che "noi sosteniamo il divieto di gioco d'azzardo su internet e siamo disposti ad indurre il Dipartimento di Giustizia a cambiare interpretazione al Wire Act che potrebbe aprire la porta alle scommesse online".
Per questo motivo, è ragionevole pensare che le conseguenze, in caso di vittoria di Romney, sarebbero gravi in Nevada ed in tutti gli Stati (vedi ad esempio Iowa, New Jersey e Pennsylvania) dove si sta legalizzando il poker online. Una nuova interpretazione del Wire Act interromperebbe questo importante processo e sbarrerebbe le porte al futuro mercato interstatale americano (con una liquidità condivisa tra circa 10 stati).
In questo difficile contesto, i pokeristi (Doyle Brunson in testa) preferiscono il "male minore", ovvero l'elezione di Barack Obama. L'attuale presidente in carica sarà ricordato nella storia del settore per aver - di fatto - stroncato il mercato offshore con la famosa inchiesta del black-friday.
Obama non si è espresso sul tema in questi mesi e il suo partito, nel programma elettorale, ha mantenuto un atteggiamento neutro. Vi è infatti una spaccatura all'interno dei democratici che impedisce l'approvazione di qualsiasi progetto legge ma il potente Senatore Harry Reid non perde le speranze ed è pronto a presentare una legge restrittiva per tutti i giochi online, ad eccezione del poker. L'elezione di Obama in tutti i casi, non creerebbe interferenze con la legalizzazione del mercato in Nevada e negli altri stati.
Infine il candidato dei liberali Gary Johnson, si è dichiarato a favore del poker online: "è una libertà individuale e il Governo non dovrebbe interferire su come gli americani spendono il proprio denaro". Johnson spera di poter raccogliere il 5% dei voti.