Dopo 7 mesi di intenso (e vano) lavoro per rilanciare Full Tilt Poker (prima dell’ingresso a fari spenti di PokerStars nella trattativa) Laurent Tapie non si dà per vinto e decide di lanciare una propria poker room: ha contattato i manager più in vista di Pocket Kings (la società controllata dalla red room) con la promessa di riassumerli nella sua nuova iniziativa imprenditoriale.
Il blog Diamond Flush Poker (gestito da uno dei moderatori più in vista di 2+2) ha pubblicato una mail con la quale il figlio di Bernard Tapie comunica a 16 dirigenti della sede di Dublino, i motivi del fallimento della trattativa con il DoJ (sono spiegati qui nel dettaglio) ed inoltre annuncia l’intenzione di assumere tutto il personale di Pocket Kings (circa 200 dipendenti) per una nuova room.
“Ho deciso – scrive Tapie - di destinare una parte significativa dei fondi che stavamo progettando per l’acquisizione di Full Tilt Poker, nella mia nuova società Game Cubed, l’azienda che ho creato in Irlanda. Lo farò solo se tutto il personale di Pocket Kings si unirà a me. Con il vostro know how e sostegno, lanceremo un nuovo sito che sarà il migliore in 6, 7 mesi”.
Tapie promette nuove assunzioni dall’1 maggio con garanzie specifiche sugli stipendi annuali, nuovi benefit e stock option della società. Per gli ex clienti di Full Tilt Poker invece ha pronta una “nuova offerta” come viene specificato nella mail datata 24 aprile, ma sul punto meglio lasciare tutto in sospeso, visto che è in corso un'importante trattativa sul rimborso totale dei players tra PokerStars e il DoJ.
“Ho i soldi - afferma Tapie - per finanziare questa operazione e sto lavorando con le autorità di Alderney per le licenze e per il piano di rimborso in vista del lancio di una nuova piattaforma”.
Se PokerStars concluderà la trattativa con il DoJ difficilmente lascerà campo libero a Laurent Tapie nell’acquisire un asset fondamentale per l’universo di Full Tilt Poker come Pocket Kings, la società che ha sempre curato il marketing e l’apparato tecnologico della red room. A meno che i manager di Stars non decidano di accentrare tutto e controllare anche la gestione di Tilt dal quartier generale dell'Isola di Man.