Nei paesi arabi il gambling è sempre stato un argomento tabù, ma nel Golfo, gli Emirati Arabi Uniti hanno dato un primo forte segnale di apertura verso l’azzardo nominando un’autorità federale per la gestione del “gioco commerciale”.
Dalle prime indiscrezioni, dovrebbe essere istituita una nuova lotteria nazionale. Ma siamo solo all'inizio. Il prossimo passo riguarderà l’apertura dei casinò, su questo aspetto ci sono pochi dubbi. Gli Emirati Arabi Uniti stanno adottando (così come il Qatar e l’Arabia Saudita) una politica di diversificazione rispetto all’estrazione del gas naturale e del petrolio, con una decisa apertura al turismo e all’industria dell’intrattenimento.
La Nazione araba che si affaccia sul Golfo Persico ha già iniziato questa transizione con uno dei sette emirati: Dubai che potrebbe essere il nuovo epicentro del gambling medio-orientale nei prossimi decenni, visto che ha sviluppato anche un mercato immobiliare e finanziario di primo piano.
I principali operatori di casinò mondiali hanno sondato il terreno e inserito alcuni loro rappresentanti nei posti chiave. Caesars, Wynn e MGM sono già presenti nel mercato immobiliare e del turismo in EAU.
In questo Articolo:
- 1 Emirati Arabi Uniti: la creazione dell'autorità per il gioco commerciale
- 2 I compiti dell'autorità di regolamentazione
- 3 Dubai nuova patria dei giochi di poker cash game high stakes?
- 4 I reali pericoli su fondi di dubbia provenienza
- 5 Dal 1971 cade il tabù dei casinò negli Emirati
- 6 Gli investimenti di Wynn, Caesars e MGM
- 7 Casinò: il Medio Oriente e il potere degli Emirati locali
Emirati Arabi Uniti: la creazione dell'autorità per il gioco commerciale
L’agenzia di stampa statale locale WAM, domenica scorsa, ha reso nota la notizia della creazione della Autorità generale di regolamentazione del gioco commerciale. Ancora sono poche le informazioni ufficiali condivise ma i vertici dell’ente statale indicano la strada che verrà percorsa dagli Emirati.
E’ stato nominato come CEO Kevin Mullally, ex direttore esecutivo della Missouri Gaming Commission, autorità che supervisionava e regolamenta i casinò fluviali nello stato americano del sud.
Mullally ha dichiarato: "Con i miei colleghi esperti, non vedo l'ora di creare un solido organismo normativo e un quadro per l'industria delle lotterie e dei giochi degli Emirati Arabi Uniti"
Altra nomina significativa: Jim Murren come presidente del consiglio di amministrazione dell'autorità. Si tratta di un nome di primo piano dell’industria del gambling del Nevada: stiamo parlando dell’ex presidente e amministratore delegato di MGM Resorts International, una delle più importanti società di casinò a Las Vegas e Macao.
Murren ha già lavorato con i funzionari degli Emirati Arabi, in particolare per lo sviluppo del City Center, il progetto (da 9,2 miliardi di dollari) più importante degli ultimi anni sulla Strip di Las Vegas. Murren ha gestito una partnership tra MGM Resorts e gli emiratini per la costruzione di Dubai World.
I compiti dell'autorità di regolamentazione
L’agenzia WAM ha descritto quali saranno le attività dell’autorità di regolamentazione: "creerà un ambiente di gioco socialmente responsabile e ben regolamentato, garantendo che tutti i partecipanti aderiscano a linee guida rigorose e rispettino gli standard più elevati".
“Coordinerà le attività di regolamentazione, gestirà le licenze a livello nazionale e faciliterà lo sblocco del potenziale economico del gioco commerciale in modo responsabile”.
Dubai nuova patria dei giochi di poker cash game high stakes?
A Dubai nessuno gioca, tutti giocano. E’ molto probabile che con l’apertura dei casinò vi sarà uno sviluppo di giochi high stakes cash game nell’emirato più turistico e lussuoso. Già oggi certe partite private frequentate da ricchissimi high roller sono un po' il segreto di pulcinella tra i giocatori di poker.
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Un anno fa, fu scoperto un casinò illegale proprio a Dubai. I più importanti operatori di Las Vegas stanno già investendo.
I reali pericoli su fondi di dubbia provenienza
Del resto per gli Emirati rimane prioritario lo sviluppo del turismo e del business del lusso, ma soprattutto del mercato immobiliare che ha attirato – come denuncia Associated Press – anche investitori i cui fondi sono molto dubbi.
Il pericolo di riciclaggio – denuncia AP – potrebbe andare fuori controllo. Negli ultimi anni “uomini della guerra, finanziatori del terrorismo e trafficanti di droga sanzionati dagli Stati Uniti hanno utilizzato il mercato immobiliare di Dubai come rifugio per i loro beni e investimenti” ha dichiarato l’agenzia. La città di Ras al-Khaimah si è trovata collegata al caso di un uomo dell'Alaska che ha riciclato 1 miliardo di dollari che possedeva in Corea del Sud per conto dell'Iran.
Dal 1971 cade il tabù dei casinò negli Emirati
Nel 2004, un dispaccio diplomatico statunitense (poi rivelato da WikiLeaks) ipotizzava che l’apertura dei casinò a Dubai fosse stata “congelata per deferenza” nei confronti del defunto Sheikh Zayed bin Sultan Al Nahyan, il primo presidente del paese dopo l’unificazione nel 1971.
Ma negli ultimi anni le voci sui casinò hanno continuato a diffondersi e gli investimenti nei resort delle principali società occidentali nel settore sono una realtà.
Avevamo già condiviso con voi gli investimenti nel Golfo Persico di Wynn International.
Gli investimenti di Wynn, Caesars e MGM
Nel 2022, l’emirato più a nord degli EAU, Ras al-Khaimah, ha annunciato un accordo multimiliardario con il colosso dei casinò Wynn Resorts altro noto operatore di Las Vegas . Le autorità di Ras al-Khaimah si sono ripetutamente rifiutate di descrivere direttamente l'hotel come luogo di gioco d'azzardo, anche se Wynn ha descritto il progetto con il naturale sviluppo di una "successiva gestione di un resort integrato". Il termine “resort integrato si riferisce ad un hotel che comprende un casinò e altri servizi interni.
In una teleconferenza ad aprile, Craig Billings, CEO di Wynn Resorts, ha stimato il costo del resort di Ras al-Khaimah di 3,9 miliardi di dollari e ha affermato che sarà aperto nel 2027. I costi saranno suddivisi, con il 40% a carico di Wynn e il 60% pagato dai partner governativi di Wynn nell’emirato Ras al-Khaimah. Wynn stima che le tasse sui ricavi del gioco ammonteranno al 12%.
La famosa nave britannica “Queen Elizabeth 2” è stata trasformata in un hotel a Dubai nel 2018 con un investimento, per la riconversione, di 100 milioni di dollari. A bordo sono rimaste le slot machines disattivate che non sono mai state dismesse. L'hotel Caesars Palace è stato inaugurato 5 anni fa. MGM (proprietario dei casinò Bellagio, Aria i più famosi) ha aperto i cantieri.
Casinò: il Medio Oriente e il potere degli Emirati locali
Come noto, nel Medio Oriente, i casinò sono rari, visto che la religione islamica vieta il gioco d’azzardo. Sono presenti delle sale da gioco solo in Egitto e in Libano e proprio per questo Dubai e gli altri 6 emirati potrebbero monopolizzare, nell’area, l’industria del gambling.
E’ molto probabile che – dopo molti anni di rumors – il Governo UAE si sia deciso a regolamentare l’azzardo, per recuperare i numerosi turisti cinesi persi durante la pandemia.
Bloomberg ha stimato che gli EAU potrebbero generare 6,6 miliardi di dollari di gaming revenues annuali, superando anche il mercato di Singapore.
La creazione di un'autorità federale suggerisce che i funzionari della capitale Abu Dhabi, supervisioneranno i casinò nel paese ma la federazione, per statuto, prevede un forte potere locale dei 7 emirati, in particolare per quanto riguarda le politiche sociali. Per esempio, l’Emirato di Sharjah vieta la vendita di alcolici. Non è detto che tutti i 7 “sceiccati” alla fine autorizzino l’apertura di casinò.
All’interno di Wynn resort però sono certi che avranno “una licenza per Ras al-Khaimah a breve”.
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