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Casinò Bagni di Lucca

La storia del Casinò di Bagni di Lucca

Campione d’Italia, Sanremo, Saint Vincent e Venezia. Siamo abituati a pensare a queste quattro location, quando si parla di casinò in Italia. Eppure queste non sono state le uniche sale da gioco presenti sul nostro territorio, e secondo alcuni storici neppure le prime. Questo titolo spetta al Casinò di Bagni di Lucca.

Se questo nome vi è nuovo, non vi preoccupate: il casinò è ormai chiuso da oltre sessant’anni, da quando cioè è scaduta la concessione. Quindi probabilmente siete degli appassionati di gioco troppo giovani per ricordarvi di quello che secondo molti storici sarebbe non solo il primo casinò italiano, ma addirittura il primo vero casinò nella storia dell’umanità.

 

 

L’epoca della Contessa Matilde

Siamo – udite udite – nel 1308. Nella Repubblica di Lucca c’è un complesso termale molto frequentato, anche da pellegrini e bisognosi. La Contessa Matilde, donna di buon cuore, non negava mai un pasto e un bagno curativo a chi non si poteva permettere di pagarlo. Ma come fare a sostenere queste spese, ingenti, senza gravare sulle tasse dei cittadini? Unendo due piccioni con una fava: regolamentando il gioco che si svolgeva nelle osterie e nelle bische e confinandolo proprio alle terme.

In questo modo, la Contessa riuscì a risolvere in un colpo solo sia il problema di trovare le risorse per aiutare i più poveri, ma senza far pagare i cittadini, sia quello di tenere sotto controllo il proliferare del gioco d’azzardo.

La ristrutturazione nel 1800 e la chiusura nel 1953

Facciamo un salto di oltre cinque secoli e arriviamo al ducato di Carlo Ludovico, che nel 1839 inaugura il nuovo casinò, nel contesto di una politica che farà delle terme di Bagni di Lucca le più importanti in Europa.

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Purtroppo, però, lo splendore della sala da gioco andrà via via spegnendosi, fino alla sua chiusura avvenuta nel Dopoguerra, quando nel 1953 scadde la concessione che non fu più rinnovata.

Il caso della riapertura nel 1981 e la trasformazione del 2009

A quasi trent’anni dall’ultima mano giocata, ecco che a sorpresa il Casinò di Bagni di Lucca riapre nel 1981, quando a governare la città c’è la giunta Tintori (Democrazia Cristiana). Ma le operazioni durano lo spazio di pochi minuti, cioè il tempo impiegato dalla Guardia di Finanza per entrare nel casinò e mettere fine al gioco, su indicazione del prefetto di Lucca: senza concessione statale, non ci può essere un casinò.

Arriviamo così ai giorni nostri, nel 2009, quando il Casinò di Bagni di Lucca si trasforma in una sorta di sala giochi automatizzata, questa sì invece completamente legale. Ma volete mettere il fascinò di un vero e proprio casinò, soprattutto il fascino che avrebbe una sala da gioco con tutti i crismi in una struttura che ha fatto la storia del gambling?

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