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Dan Smith: “Nessuna collusion tra Holz e Aldemir, ma è stato imbarazzante”

Quest’estate Dan Smith era tra i 183 iscritti al One Drop delle WSOP, un high roller da ben $111.000 di buy-in con possibilità di re-entry. Lui, come la stragrande maggioranza del field, aveva venduto o swappato quote del suo costo di ingresso, ritrovandosi poi a 3 left con la possibilità concreta di vincere il torneo, il braccialetto e 4.9 milioni di dollari.

A quel punto, però, si è trovato in una situazione che nel podcast di Joe Ingram ha definito “imbarazzante“: dei tre giocatori rimanenti, uno era lui e gli altri due erano i tedeschi Fedor Holz e Koray Aldermir.

Nei suoi panni, una persona particolarmente sospettosa avrebbe nutrito qualche dubbio per il solo fatto che i due avversari erano della stessa nazionalità e si conoscevano. Ma non è stato questo aspetto a causare l’imbarazzo di cui parlava Dan. In realtà, ciò che poteva generare perplessità sull’integrità del gioco era che Fedor Holz aveva stakato largamente Koray Aldemir.

“Collusion? No, nessuna collusion. Ma è stato un po’ imbarazzante”, ha spiegato Dan Smith a Joe Ingram. “Questo ragazzo (Koray Aldemir, ndr) era un debuttante assoluto negli high roller, Fedor aveva appena iniziato a stakarlo e io l’ho scoperto quando siamo arrivati al final table”.

Dan Smith
Dan Smith

È evidente che iniziare un final table di fianco a un proprio stakato rappresenti un vantaggio potenziale enorme. Ma Dan ci tiene a precisare che Fedor ha fatto di tutto per rendere pubblica la circostanza agli altri concorrenti. E quando a tre left erano proprio i due tedeschi e l’americano a contendersi il titolo, Holz ha voluto discutere un deal con Smith per evitare eventuali accuse o situazioni difficili.

“WSOP ci ha dato un solo minuto per parlarne e alla fine abbiamo fatto un deal”. Se Dan ha accettato non è tanto perché temesse le skills degli avversari, ma per una questione facilmente immaginabile. “Li rispetto entrambi per avermi detto la verità subito e senza problemi. Ma comunque non penso che fosse possibile, per me, vincere contro due giocatori di cui uno con una quota enorme dell’altro. Alla fine abbiamo diviso per ICM e abbiamo lasciato $300.000 al vincitore”.

La situazione non era facile per Dan, che poteva diventare facilmente vittima di un soft play. Quando Ingram lo fa notare, il torneista statunitense conferma nuovamente la correttezza di Holz e nega qualsiasi gioco di squadra operato nei suoi confronti dai due tedeschi.

Fedor è stato completamente onesto. Poteva benissimo farmi pressione, perché in fondo non aveva due avversari, ma solo uno: io. Poteva dire che voleva il 3% in più del suo premio secondo ICM, vista la situazione, ma non lo ha fatto. Probabilmente avrei rifiutato, ma sicuramente mi avrebbe messo in una situazione difficilissima. Devo dire che entrambi sono stati molto disponibili”.

A dimostrazione di quanto Fedor Holz sia rispettato nel mondo del poker, Dan racconta di essersi fidato ciecamente di lui per la ripartizione del denaro, in quanto le WSOP non permettono di fare deal ufficiali.

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Dan Smith e Fedor Holz al termine del Big One Drop 2016
Dan Smith e Fedor Holz al termine del Big One Drop 2016

Il deal lo abbiamo siglato con una stretta di mano“, rivela. “Dopo il torneo ho incontrato Fedor, il quale mi ha dato una pila di chips da $25.000 (pari al premio di $3.078.974, ndr). Se ho temuto che non mi pagasse? No, perché i soldi in ballo sono diventati così tanti che ormai tutti hanno un investitore alle spalle e non possono causargli problemi fregando gli altri giocatori nei deal”.

Dan Smith spiega anche che il mondo degli high roller live è ormai tirato avanti quasi esclusivamente dalla pratica dello staking, di cui Fedor Holz è uno dei principali protagonisti:

Fedhorses: così chiamiamo l’armata di Fedor. Gente mai vista prima che Holz decide di stakare personalmente e schierare negli high roller. Giocano tutti in modo simile, li riconosci. Anche se non li ho affrontati dal primo all’ultimo, non mi stupirebbe se venisse fuori che ognuno dei Fedhorses sia vincente”.

Infine, Smith smentisce l’ipotesi secondo cui ci sarebbe un unico investitore per gran parte dei concorrenti degli high roller: al giorno d’oggi tanti top professionisti come lui hanno il bankroll giusto per limitarsi a swappare o vendere una piccola percentuale. “Per quel che ne so, non c’è un solo giocatore che staka tutti. Tutti i regular bene o male sono nel giro da diverso tempo. Gente come Sean Winter, Tom Marchese e David Peters ha sempre fatto bene, non c’è motivo per credere che siano stakati per grandi percentuali del buy-in”.

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