La scorsa settimana Doug Polk ha messo a segno un colpaccio su Pokerstars.com, vincendo il torneo Kilimanjaro da 700$ di buy-in per 162.951$. Il professionista statunitense si definisce da sempre (con un certo orgoglio) un cashgamer, ma è innegabile, specialmente dopo questo risultato, che le sue abilità con le carte in mano siano adatte anche a vincere negli MTT. D’altronde stiamo parlando di un giocatore con vincite lorde superiori ai 5 milioni di dollari nel poker dal vivo. Due anni fa, Polk ha addirittura vinto un braccialetto alle WSOP.
Nonostante abbia già collezionato risultati che molti torneisti non riusciranno ad ottenere nel corso di un’intera carriera, per quanto riguarda gli MTT “WCGRider” sembra a tutti gli effetti “not impressed“, per utilizzare un’espressione spesso associata all’imperturbabilità di Andrea Pirlo. Il professionista statunitense ha infatti dichiarato in una recente intervista a Highstakesdb.com di essere sì felicissimo per la vittoria, ma al tempo stesso di non aver cambiato idea su questa disciplina.
“Giocare i tornei non mi piace, però mi piace vincere soldi“, ha detto per rispondere alla domanda specifica se avesse mai pensato di dedicarsi full time agli MTT. “Questo significa che talvolta sarò costretto a giocare dei tornei anche se non ho alcuna voglia“.
Polk spiega il motivo principale per cui non si trova a suo agio in questa specialità, motivo comune a moltissimi altri player: “Gli scoppi negli MTT sono molto più brutali. L’anno scorso ho giocato il Bellagio Five Diamonds Classic per quattro giorni e a 30 left sono andato ai resti per un milione di chips con K-K contro Q-Q. Il mio avversario ha pescato una Donna e sono rimasto devastato da questo scoppio. Nel cash game non me ne può fregar di meno di perdere un all-in preflop. Ma quando c’è tutta quella equity, dopo tutti quelle ore, ti colpisce. Quindi non sono per niente un fan di questa tipologia di poker, ma continuerò a giocarli per fare soldi“.
Doug ha anche una teoria precisa del perché i tornei siano più popolari tra i giocatori amatoriali rispetto al cash game: “Nel cash game solitamente chiudi in attivo il 50-55% delle sessioni che giochi, se sei un buon giocatore, quindi raramente ti senti esaltato anche se stai vincendo. Negli MTT, invece, chiudi il 95-99% delle sessioni con una grande delusione, ma quando centri il risultato enorme, la sensazione è di appagamento totale. Chiunque vuole provare quella sensazione e questa è la grande differenza tra cash game e tornei e questo è il motivo per cui la maggior parte delle persone che si approccia al poker lo fa con i tornei”.
Come ha già sottolineato, “WCGRider” gioca i tornei solo per i soldi e non perché si dicerta. Dalle sue parole sembra che, se ne avesse la possibilità, non si iscriverebbe più a nessun evento e grinderebbe esclusivamente il cash game, preferibilmente heads-up. Non avendo tutta questa action, però, è “costretto” a prendere parte ai tornei e per questo motivo tra poche settimane inizierà una “maratona” a Las Vegas. Nel suo schedule tante WSOP e anche il torneo da 300.000$ di iscrizione all’Aria Casino. Dovesse vincere anche questo high roller da 5 milioni di dollari di prima moneta, forse cambierebbe definitivamente idea sugli MTT…