Doyle Brunson ama ricordare i “vecchi tempi” e le leggendarie partite clandestine che hanno movimentato la sua avventurosa vita. Negli anni ‘50 non si scherzava ed il poker era un mondo molto pericoloso: “Texas Dolly” è stato rapinato a mano armata in ben cinque occasioni ed un episodio è rimasto impresso nella sua memoria.
“Nel 1957 avevo 24 anni e facevo il player a tempo pieno da pochi mesi. Stavo giocando a Fort Worth, in Texas, in una strada chiamata Exchange e famosa per la sua inaudita violenza. In quella zona ho visto, con i miei occhi, cinque persone uccise. Stavamo giocando sul retro di una sala da biliardo".
"All’ improvviso - continua Doyle - la porta della stanza fu abbattuta da quattro uomini che indossavano l'uniforme da poliziotti. Adottavamo sempre dei sistemi di difesa per i tentativi di rapina e c’era un uomo con un fucile che ci proteggeva le spalle ma, quando ha visto i poliziotti, ha comprensibilmente posato l’arma da fuoco. Eravamo abituati ad essere arrestati e portati in caserma per pagare una multa per gioco d’azzardo".
"Faceva parte del rischio ma quando presero i nostri soldi dal tavolo, capimmo che eravamo nel bel mezzo di una rapina e che non erano dei poliziotti. Il mio migliore amico si chiamava Sailor Roberts ed era un tipo focoso: aveva un caratteraccio, era terribile quando si arrabbiava".
"Sailor cominciò ad imprecare rifiutandosi di consegnare il denaro, cercammo di fermarlo ma un ladro fu più svelto di noi e lo colpì con la pistola. Quel gesto gli costò un dente e ci indusse a consegnare i nostri soldi, senza esitare. Nessuno dei quattro ladri si è più fatto vivo da quelle parti e noi abbiamo accettato l’episodio: era il prezzo da pagare per il nostro stile di vita”.