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Steffen Sontheimer

Steffen Sontheimer: “Essere un top reg degli MTT significa saper primeggiare in tutte le fasi”

La scorsa settimana abbiamo riportato alcune dichiarazioni di Steffen Sontheimer sui suoi colleghi pro. Dopo aver bocciato sonoramente Phil Hellmuth e aver definito “reg nella media” Doug Polk, il tedesco ha elogiato il suo amico Fedor Holz. Avevamo chiuso quell’articolo proprio con questa dichiarazione:

“Essere un buon torneista significa saper eccellere in tutte le fasi di un torneo. Fedor, in questo, è fenomenale. Non ci sono molti altri regular in grado di giocare con la stessa efficacia in qualsiasi fase del torneo”.

Più avanti, nel podcast con Joey Ingram (che è durato più di due ore), Sontheimer è tornato su questo concetto, ribadendo che la vera forza di un professionista degli MTT è la capacità di gestire in maniera eccellente ogni fase del torneo.

Steffen Sontheimer

Gli MTT come il decathlon

“Essere veramente bravi nei tornei significa saper primeggiare in tutte le sue fasi“, sostiene Steffen. “Il torneo è simile al decathlon: non puoi vincere se sei forte solo in una disciplina sportiva, devi essere in grado di far bene in tutte per arrivare primo”.

Il paragone con il decathlon è calzante, perché anche negli MTT ci sono fasi molto diversi tra di loro.

“Per primeggiare nei tornei di poker devi essere bravo nella fase deepstack, conoscere l’ICM e la teoria, saper gestire uno shortstack, saper leggere i tell e via di scorrendo”.

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L’importanza di essere giocatori completi

Questo discorso porta a un’altra considerazione: Sontheimer è uno di quei professionisti convinti che sia necessario studiare tutte le discipline del poker. Una visione diametralmente opposta a quella degli specialisti, ovvero coloro che si concentrano solo ed esclusivamente su un format o una variante.

“Quello che ho notato negli anni è che molti professionisti non sono giocatori completi. Ci sono i cashgamer che lavorano duramente, ma solo sulla loro specialità. Poi ci sono molti torneisti che non lavorano duramente su niente. Onestamente non vedo quasi nessuno in grado di giocare tutte le specialità di poker ai massimi livelli, dai sit&go al cash game agli high roller”.

Il suo obiettivo, invece, è proprio quello di diventare il più completo possibile nel No-Limit Hold’em: “Personalmente non voglio essere il migliore di una determinata specialità, perché essere un ottimo torneista significa essere tra i migliori in tutte le specialità. A parte la fase shortstack, io sono confident in tutte le fasi”.

Steffen Sontheimer

“Molti pro non lavorano abbastanza”

Sontheimer ammette di non essere preparatissimo sulla gestione dello shortstack, ma assicura anche che ci sta lavorando duramente. Un aspetto, quello del duro lavoro, che molti non considerano abbastanza.

“Sapendo di non essere molto forte con lo shortstack, ho giocato un sacco di Sit&Go online per esercitarmi. L’errore più comune che vedo negli MTT high stakes è la mancanza di duro lavoro. Ad esempio, molti torneisti non giocano mai il cash game e sono terribili quando giocano deep stack, ma non fanno nulla per migliorarsi”.

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La German Crew

Cambiando completamente discorso, Steffen Sontheimer ha parlato del gruppo di tedeschi che sta dominando gli high roller live. Come si era già intuito, in realtà ci sono due gruppi diversi: uno è quello dei regular della prima generazione come Philipp Gruissem e Tobias Reinkemeier, l’altro è quello di Fedor Holz.

Fedor Holz

In entrambi i casi, spiega Sontheimer, l’impostazione è la stessa. Ed è proprio il modo in cui operano nello staking a determinare il successo della Germania del poker.

Il sistema di staking di noi tedeschi è il migliore del mondo. Ci sono tanti giocatori tedeschi con un sacco di soldi che sanno come fare i giusti investimenti in questo senso. Quando vedo il sistema di staking degli americani… è diverso. Solo due o tre dei loro finanziatori giocano effettivamente. Da noi, tutti i finanziatori giocano“.

“Fedor mi stakava e mi ha eliminato per 5 volte”

Questa circostanza porta anche a situazioni paradossali.

“Al Pokerstars Championship di Montecarlo, Fedor mi ha stakato per ogni singolo high roller. Ho giocato 6 tornei dal buy-in di €25.000 o superiore e lui stesso mi ha eliminato in 5 di questi. Ha bustato il suo stesso denaro praticamente. È stato irreale”.

Nonostante questa possibilità, Sontheimer resta convinto che il modus operandi dei tedeschi sia il migliore in assoluto quando si parla di staking e tornei high roller.

“Per noi è più facile, perché ragioniamo in base alla difficoltà del field e ci scambiamo informazioni accurate, in quanto ognuno di noi gioca. In questo modo, che sia un torneo da €25.000 o da €300.000, cambia poco. Siamo un gruppo e Fedor ha una grande influenza“.

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