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Strip Poker

Strip poker: regole e consigli per (non) rimanere in mutande

Lo sapevate che persino lo strip poker ha ricevuto una sua dignità letteraria? Ebbene sì, Edwin Silberstang, autore di oltre 50 libri dedicati al gambling, nel 1972 ha pubblicato Playboy’s Book of Games, dedicando un’intera sezione allo strip poker.

Il lavoro di Silberstang tratta diversi card game: dal blackjack al gin rummy, dal bridge al poker naturalmente (ma niente Hold’em, non ancora esploso a inizio anni settanta), ma anche giochi quali roulette, backgammon e persino scommesse sportive.

Ecco allora una serie di regole e consigli per godersi al meglio lo strip poker, riassunti dal collega Martin Harris del blog di PokerStars.

 

 

Assicuratevi che tutti conoscano le regole

Può sembrare un consiglio scontato, ma lo strip poker non solo non è  un gioco adatto a chi non conosce le basi del poker, ma soprattutto a chi non è sufficientemente estroverso e disinibito.

“Prima di qualsiasi partita di strip poker”, scriveva Silberstang, “assicuratevi che i giocatori abbiano capito il gioco”.

Solo così potrete evitare situazioni spiacevoli – più di ritrovarsi in mutande alla terza mano.

Per lo strip poker meglio le varianti draw

Come detto, all’epoca del libro di Silberstang l’Hold’em non era ancora un gioco popolare, perciò l’autore di concentrava su due grandi famiglie di poker: il draw e lo stud.

Silberstang raccomandava di scegliere una variante draw, perché lo stud prevede troppi giri di puntata. Questo potrebbe portare un giocatore a privarsi presti di troppi indumenti “in pochissime mani”.

Il consiglio dell’autore era quello di limitarsi al draw poker con la regola del jacks or better, visti i soli due giri di puntata. Anche l’Hold’em effettivamente è sconsigliato, soprattutto il No Limit dove un giocatore potrebbe ritrovarsi come mamma lo ha fatto al termine di una singola mano!

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Non vale rivestirsi

Se c’è una regola su cui non si transige è che una volta tolto un indumento, non lo si può indossare di nuovo.

Silberstang spiegava come fosse possibile rivincere i propri abiti, ma fosse vietato rimetterseli addosso. Questi potevano essere usati “semplicemente a mo’ di gettoni”.

Solo i veri indumenti contano

Qui tocchiamo una regola che, ne siamo sicuri, avrà generato polemiche in molte partite di strip poker.

Non vale togliersi un orecchino, o il piercing, o un cerotto o un braccialetto: nello strip poker contano solo i veri indumenti. Quindi niente occhiali, orologi, spillette o parrucchini: chi perde deve rimuovere una scarpa, un calzino, una giacca o una maglietta, insomma.

L’ordine degli indumenti da rimuovere

L’autore di Playboy’s Book of Games stabiliva inoltre l’ordine in cui gli indumenti vanno rimossi durante una partita di strip poker: dal basso verso l’alto – con la possibile eccezione delle varianti high-low, per motivi facilmente intuibili.

Una regola sotto questo punto di vista è necessaria, per impedire che il gioco rallenti a causa di quei giocatori che prendono tempo, rimuginando su quale indumento rimuovere per primo.

Ante, rake e finale

Dal momento che lo strip poker vuole essere un gioco dalle sessioni tendenzialmente rapide – chi vuole grindare per quattro ore di fila prima di ritrovare se stesso (o gli avversari) completamente ignudo? – Silberstang consigliava di giocare con ante e rake.

“Se, per la prima ante, ci sono quattro giocatori, dovrebbero esserci quattro scarpe nel piatto”, scriveva l’autore, aggiungendo che per ogni piatto la “casa” dovrebbe ricevere un indumento da ciascun partecipante.

Sempre per non tirare il gioco troppo per le lunghe, Silberstang suggeriva un eventuale finale col botto: “Se la partita è andata avanti per due ore e la maggior parte dei giocatori decide di finirla, tutti devono spogliarsi completamente.

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