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T-Bird al Battle of Malta

A volte ritornano! Il misterioso T-Bird qualificato al Battle of Malta: “E se lo vinco…”

Tra poco meno di un mese, l’Isola dei Cavalieri diventerà l’epicentro del poker europeo con il ritorno del Battle of Malta, edizione da €1 milione garantito, per la prima volta nella cornice dell’Hotel Intercontinental a Saint Julian.

Battle of Malta, lo abbiamo imparato in questi anni, è sinonimo non solo di grande poker, ma anche e forse soprattutto di divertimento e un pizzico di follia. Elementi nei quali il protagonista della nostra chiacchierata di oggi, una vecchia conoscenza di Assopoker, sguazza che è un piacere.

Era il gennaio del 2016 quando intervistavamo xxxT-Birdxxx, fresco vincitore di un Sunday Special, dopo che già nel 2013 aveva sfiorato la vittoria nell’edizione da €500.000 di montepremi. A quasi tre anni di distanza, che fine avrà fatto il misterioso ed eccentrico pokerista per hobby?

 

 

Già, T-Bird, che fine hai fatto?

Ho continuato a giocare a poker, tra cash game e tornei multitavolo, anche se devo dire che mi sono preso una pausa piuttosto lunga. Non ho più ottenuto grossi risultati, anche perché ho giocato molto poco soprattutto negli ultimi due anni.

E adesso il Battle of Malta: come mai l’idea di giocarlo?

Guarda, ho giocato il satellite di Assopoker ma non sono riuscito a vincerlo. Poi però mi sono iscritto ad un altro sat da 12 euro (su 888poker, partner dell’evento, ndr) e l’ho portato a casa, accedendo al sat finale da 109… e ho vinto pure quello. Insomma, ho vinto un pacchetto con buy-in, hotel e spese di viaggio, investendo solo 12 euro. Un bel ROI, non credi?

Indubbiamente, ma tu sei il re del ROI, anzi ‘Le Roi du ROI’, per dirla alla francese. Che ti aspetti dal Battle of Malta?

Vado sereno, senza grosse aspettative. Per me il poker live è soltanto un divertimento e credo che pochi altri tornei come il Battle of Malta garantiscano un mix di Texas Hold’em e svago così ben calibrato. Poi è chiaro, una volta seduto al tavolo gioco per vincere, come ogni buon giocatore di poker dovrebbe fare.

E se vinci?

Mi compro un peschereccio.

Come scusa?

Ma no, scherzo. Ad ogni modo, amo tantissimo il mare – un altro motivo per cui sono entusiasta all’idea di volare al Battle of Malta, dove spero di poter fare anche qualche immersione. Ogni tanto l’idea di mollare il mio lavoro e vivere per mare, mi sfiora, sono sincero. Così così potrei viaggiare e giocare a poker online anche sulle piattaforme .com.

Già tre anni fa auspicavi l’arrivo della liquidità condivisa…

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E invece la stiamo ancora aspettando, dopo esserci andati vicino. Continua a mancarmi molto la possibilità di giocare contro player di altri Paesi, sarebbe un’opportunità di crescita reciproca non indifferente. Trovo assurdo che per sfidare un giocatore straniero ti tocchi partecipare a un torneo live, in un’epoca di globalizzazione e libera circolazione di merci e persone. Roba da Medioevo digitale.

Ecco, da giocatore non professionista, qual è la tua visione dello stato di salute del poker in Italia?

Non ho accesso a dati e numeri, perciò ti parlo solo di sensazioni. Mi sembra sempre più una nicchia, un circolo di persone piuttosto chiuso, dove manca il ricambio generazionale che all’epoca del boom era all’ordine del giorno. Si vedono sempre gli stessi nickname, è piuttosto noioso e ben poco stimolante. Non voglio entrare in discorsi politici, che non mi interessano, ma il clima attuale di certo non fa ben sperare per il futuro.

Forse anche per questo motivo non hai mai voluto diventare un pro, nonostante le qualità e il bankroll non ti mancassero.

Perché io sono come il personaggio di Joey Knish di Rounders. Per qualcuno è mancanza di coraggio? Io dico che è realismo. La carriera del professionista di poker può essere sicuramente un’avventura entusiasmante, ma in Italia ti dà ancor meno certezze di quante poche ne abbia già insite un mestiere del genere.

Nella precedente intervista avevi il sogno delle WSOP, l’hai realizzato?

Lo sai bene che non sono ancora stato a Las Vegas in vita mia, me lo rinfacci di continuo! Ecco, se vinco il Battle of Malta oltre al peschereccio ti porto con me alle WSOP 2019 a giocare il Tag Team Tournament.

Però voglio fare un ingresso alla Phil Hellmuth. Io mi vesto da Quagmire (un personaggio de ‘I Griffin’, ndr) e tu da Gigi D’Agostino (noto dj e produttore di musica dance, ndr), ed entriamo sulle note di Break the Walls Down (theme song di Chris Jericho, wrestler WWE).

E se invece non andassi neanche in the money, come tuo solito nei tornei live?

Corro nudo sulla spiaggia di Ghadira Bay attaccato ad un aquilone mentre canto Prisencolinensinainciusol di Adriano Celentano.

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