Quale miglior modo per evadere dal rigore invernale se non quello di fare le valige e attraversare l'oceano?
Se pensate a un bel viaggio alle Maldive o in qualche altro posto dove l'estate si scorda di cedere il passo alle altre stagioni vi sbagliate.
In fondo parliamo pur sempre di pokeristi e la meta scelta da Nicola Cappellesso, Eugenio Sanchioni, Giacomo Grossi e Salvatore Saracino non poteva essere che Las Vegas, la città del peccato...
Havana calling
Prima di avventurarsi tra i tavoli del Rio e del Bellagio però c'è spazio per una capatina a Cuba, dove i quattro dell'Ave Maria hanno deciso di concedersi qualche giorno di svago prima di darci dentro col poker giocato:
"In realtà è stato Eugol a spoilerare tutto in una intervista rilasciata a Stars. - ci racconta Nicola Cappellesso - Per me non si tratta della prima volta mentre Eugenio e Salvatore non erano mai stati a Vegas prima d'ora."
Turisti che passione
Sempre più italiani ultimamente decidono di recarsi a Sin City in periodi che con le WSOP non c'azzeccano per nulla:
"E' vero che per le WSOP è un po' diverso e l'action è sicuramente maggiore, ma in realtà in quel periodo c'è sempre la stessa roba ogni anno e si trovano una marea di italiani. Secondo me era più carino farci un salto a febbraio, anche per cambiare un po'.
Magari sarà meno profittevole e potrebbe esserci meno gioco, ma è anche più probabile che ci sia meno gente che sa giocare rispetto a quando ci sono le Series.
Per esperienza personale, durante le WSOP il livello delle partite è abbastanza alto e, per trovare quella giusta, bisogna scegliere con attenzione prima di sedersi al tavolo.
Diciamo che, pur non essendoci mai stato a febbraio, la speranza è che il rapporto turisti/professionisti sia a favore dei primi.
La cosa migliore sarebbe stata andare durante il capodanno cinese, ovvero una decina di giorni fa. Allo stesso tempo non so se le problematiche relative al Coronavirus abbiano spostato qualcosa in termini di affluenza quest'anno...Mi auguro di no."
A tutto cash
L'intenzione dei quattro avventurieri è quella di schierarsi ai tavoli cash, anche se l'indole da torneisti potrebbe portarli a cambiare i loro piani:
"In realtà non abbiamo fatto un plan preciso su cosa fare, anche se l'idea è quella di giocare prevalentemente cash. Poi potrebbe capitare che faremo 4/5 tornei, alla fine se ne trovano sempre di interessanti da 500, 600 o 1.000 dollari che pagano 40, 50 o 60 mila al primo, praticamente tutti i giorni.
Appena arrivati a Vegas daremo uno sguardo a tutti i palinsesti dei vari casinò e nel caso in cui ne trovassimo qualcuno davvero appetibile non ce lo faremo scappare, ma al momento è difficile prevedere qualsiasi cosa!"
E allora in bocca al lupo a Nicola, Eugenio, Giacomo e Salvatore, chissà che nei prossimi giorni non ci arrivi qualche bella notizia da Las Vegas: di questi tempi gli italiani all'estero sembrano essere in forma smagliante...