A seguito dell'aumento della rake di PokerStars.com su alcuni giochi, in particolare MTT hyper Turbo e Spin and Go, sono scoppiate le inevitabili polemiche e la disputa tra regular e la stessa poker rooms si è accesa di nuovo.
In questo Articolo:
PREMESSE
Entrambe le parti in causa tirano l'acqua al proprio mulino, logico che sia così, visto che vi sono in ballo tornaconti economici importanti. Non esiste etica o morale è solo una questione di interessi, né abbiamo noi le competenze tecniche per ritenere se tali novità abbiano un'incidenza più o meno importante su giochi come gli hyper turbo. In questo caso solo i reg possono immaginare quale sia l'impatto.

Non possiamo neanche sindacare sul perché siano stati "tassati" certi giochi invece di altri: sulle politiche aziendali di una società quotata in borsa, le logiche sono sempre molto complesse.
In questi giorni abbiamo letto il durissimo editoriale su CalvinAyre (blog tra i più interessanti nel panorama mondiale ma non imparziale essendo di proprietà del fondatore di Bodog, una delle room concorrenti) del pro britannico David Vamplew che accusa "PokerStars di occultare i fatti".
Sinceramente, l'abbiamo letto con molta attenzione visto che abbiamo sempre ammirato la sua capacità di analisi ai tavoli (ma guai a toccare il portafoglio ad uno scozzese...).
RICERCA COMPARATIVA SULLA CONCORRENZA: RAKE
Prima bisogna però fare una rapida premessa: PokerStars quando ha annunciato l'aumento della rake ha anche fornito un grafico comparativo che è il risultato di una ricerca su un campione di un milione di mani raccolte.
Tale grafico proverebbe che alla fine Stars applichi un prelievo di gran lunga inferiore rispetto alle altre rooms (puoi leggere tutto in questo articolo). Ma è una visione naturalmente parziale, la ricerca non è stata sviluppata da un organo indipendente.
Siamo i primi a sollecitare PokerStars a fornire dati ulteriori al riguardo e, come abbiamo scritto in precedenza, saremo lieti di pubblicare eventuali repliche della concorrenza magari con dati interessanti, per garantire un ulteriore servizio ai giocatori.
Solo senza dubbio i responsabili dei network e dei siti che devono prendere posizione, se lo riterranno opportuno, ma a volte il silenzio di questi giorni vale più di mille parole.
VAMPLEW SPARA A ZERO
David Vamplew su CalvinAyre spara a zero ma la nostra sensazione è che sia proprio lui ad usare due pesi e due misure e vi spiegheremo perché.
Lo scozzese precisa: "la decisione è stata presa dal loro team delle pubbliche relazioni”… accusandoli di aver titolato in maniera mirata la sezione: "confronto con i concorrenti". David spiega: "mostrano un grafico accattivante che sembra dimostrare che la rake di PokerStars sia nettamente inferiore rispetto alla concorrenza, anche dopo le modifiche. Tuttavia ci sono grossi difetti in quello che ci troviamo di fronte...".
Il pro poi attacca duramente e fa facile ironia sulla retorica della società.
Ma arriviamo al punto dove, a nostro avviso, Vamplew è poco convincente (pur rispettando il suo punto di vista):
"La mancata inclusione dei numeri della rakeback nel grafico ha anche distorto il modo in cui le cose appaiono. Dati gli enormi tagli al programma Vip PokerStars, non è una sorpresa che abbiano voluto evitare qualsiasi menzione sull'argomento."
Ma veniamo ai presunti difetti individuati da Vamplew:
"E' chiaro che è preferibile per i giocatori frequentare un sito dove la rake è di poco superiore ma ha un rakeback significativo, piuttosto che quello in cui rake è di poco inferiore ma ha un rakeback trascurabile".
VAMPLEW PENSA AD MODELLO FAVOREVOLE SOLO AI PRO
Primo aspetto. Su questo punto la visione di Vamplew è parziale, analizza la situazione solo alla luce dei suoi interessi economici ma a discapito di tutta la community pokeristica.
Vamplew fa un ragionamento solo difendendo (legittimamente) gli interessi della sua categoria. Per noi però è sbagliato per un semplice motivo: avere una rake più bassa favorisce senza dubbio TUTTI i giocatori (anche gli amatori), mentre la rake più alta e con rakeback più elevato può favorire solo i professionisti che macinano molte mani. Questo modello rende insostenibile qualsiasi gioco per chi ha poco tempo da dedicare al poker. Ognuno ha il suo pensiero e i suoi interessi, ma la sua seconda ipotesi non è favorevole ai giocatori dilettanti.
Vamplew accusa di malafede PokerStars perché non ha fatto un'analisi al netto del rakeback e mette in evidenza che ad esempio iPoker può garantire un ritorno che varia dal 40% al 60%.
Dal grafico si evince che le differenze sulla rake non siano così trascurabili come afferma il britannico ma, ripeto, spetta ai responsabili delle rooms fornire dati ed evidenziare le loro offerte competitive.
Al momento nessuno si è voluto esprimere, forse perché tutte le società del poker online hanno capito la lezione in questi anni e sono consapevoli che il vecchio modello di business non è più applicabile?
LA RIVOLUZIONE DI 888POKER CHE TAGLIA LA RAKEBACK
Sull'invito ad una migliore trasparenza della ricerca diamo invece ragione a Vamplew ma, a nostro avviso, sbaglia quando si scaglia contro Stars perché non ha incluso i dati sul rakeback. L’aspetto che Vamplew ignora o vuole ignorare è che non solo PokerStars in questi mesi ha tagliato il proprio Vip System.
La principale concorrente, 888Poker, nel febbraio del 2015 ha apportato una vera rivoluzione, dando il via al declino del vecchio modello di business.
Questo esperimento ha funzionato: 888 oltre ad essere la seconda room mondiale è anche l'unica azienda che ha visto crescere il numero dei poker players attivi (+1%: fonte relazione al bilancio del 2015) rispetto alla concorrenza che hanno registrato perdite a doppia cifra.
La politica di 888Poker ha funzionato e PokerStars a novembre ha deciso di seguire le sue orme.
La stessa room inglese (anche se i proprietari sono israeliani) ha dato un taglio definitivo lo scorso mese al rakeback, introducendo un sistema premiale rivoluzionario per il poker: la gamification, con missioni che sono un mix tra betting, poker e casinò.
PartyPoker e iPoker sono network che, con grande intelligenza, da diversi anni cercano di riequilibrare i propri field. Addirittura PartyPoker ha bannato in maniera totale l'uso dei software nel 2015. iPoker ha sempre applicato politiche per calmierare la concorrenza interna delle proprie skin, con limiti precisi nel Vip System e con il divieto assoluto di usare la parola rakeback. Per molti esperti, la rivoluzione di Stars è stata addirittura tardiva.
IL TRAMONTO DELLE VECCHIE POLITICHE
Insomma, il vecchio modello di business nel poker online (che favoriva i grinder professionisti con importanti incentivi) è cambiato, tutte le rooms hanno capito che è importante riequilibrare il field e (sotto il profilo di gestione aziendale) migliorare i margini, per garantirsi una migliore prospettiva finanziaria (non sono società benefiche) ed avere la capacità di investire nell'innovazione che è oramai l'essenza dei business nel gaming online (visto la velocità con cui cambiano i gusti ed i trend dei consumatori). Inoltre, una volta che saranno state trovate le giuste misure per tutelare i nuovi giocatori, le rooms (con maggiori fondi) potranno tornare ad investire nel marketing per attirare nuovi clienti, per la gioia proprio dei professionisti che avranno meno paracaduti ed incentivi (rakeback) ma potranno confrontarsi con field – in teoria – meno duri.
REGULAR VISTI COME CONCORRENTI
Se parli con manager e consulenti di settore tutti ripetono la stessa musica: “è prioritario tutelare i giocatori depositanti”. Tutti gli altri players vengono visti proprio come “concorrenti” economici delle rooms stesse che hanno capito che un numero elevato di prelievi indebolisce la liquidità e peggiora le prospettive del livello di rake nel lungo periodo.
Noi non sappiamo se sia giusto o meno, non esistono ricette vincenti a priori e qui etica e morale non c’entrano nulla. E’ solo una questione di “vil denaro”. A nostro avviso questa rivoluzione è stata forse troppo rapida e cruenta e applicata con scarso tempismo ed equilibrio (si è passati da un estremo ad un altro) ma è evidente che il vecchio modello di bussiness non poteva più essere sostenibile per le rooms e non aveva più alcuna logica nel mondo del poker: nel lungo periodo i giocatori amatori sarebbero scomparsi e si sarebbero trovati ai tavoli solo regular e in numero sempre minore. Un modello tendente allo zero non funziona e va cambiato.
GIUSTO TUTELARE ANCHE I PROFESSIONISTI
Insomma, nell'industria del poker, se prima il percorso dei pro era un esempio, un modo (forse sbagliato) per promuovere il poker come una potenziale professione (si, ma solo a seguito di una selezione pazzesca), ora le politiche sembrano andare contro gli stessi pro. Forse, si è passati da un estremo ad un altro. Siamo convinti che sia sbagliato un field full reg ma al tempo stesso è giusto che in questo mondo esistano anche persone che fanno di questo gioco una professione. I più bravi devono emergere essendo uno skill game.
E' giusto tutelare, o comunque non danneggiare in maniera irreparabile, questa categoria. Alla fine il poker vive anche grazie a molti campioni che stimolano tanti appassionati a divertirsi ai tavoli.
Difficile trovare il giusto equilibrio e le strade promozionali equilibrate ma una soluzione si può trovare. In tutti i casi, se le poker rooms investiranno di più nella promozione e "creazione" di nuovi giocatori, anche i pro ne potranno beneficiare e la professione tornerà ai fasti di un tempo. In questo periodo storico di grossi cambiamenti, siamo convinti che solo con politiche bilanciate si possa superare la crisi. Difficile pensare ad un poker senza le sue stelle. Cosa sarebbe stato questo gioco senza Negreanu e Ivey? I professionisti, come gli amatori, sono una parte essenziale di questo mondo.