Un campione come lui non poteva mancare tra le pagine di ‘Deal Me In’, il libro di Phil Hellmuth che raccoglie le interviste dei migliori giocatori di Texas Hold’em al mondo. Chris ‘Jesus’ Ferguson, campione nel Main Event delle WSOP del 2000 e stimato pro di Full Tilt Poker, è infatti certamente uno fra questi.
Interrogato al riguardo dei giovani cannibali provenienti dall’online che iniziano ad imporsi anche nei tornei live, Chris pare avere le idee molto chiare: “Ho il massimo rispetto per i top players che si sono messi in luce grazie all’online, perché in fondo anche la mia carriera nel mondo del poker è iniziata nello stesso modo”.
E a proposito di una delle dispute più accese - se sia più formativo il mondo del poker live piuttosto che quello dell’online - Chris Ferguson, che può ben vantare di conoscerli entrambi, pare non avere alcun dubbio: chi gioca online, a parità di tempo, vede un numero di mani estremamente superiore, e questo risulta essere secondo lui decisivo. Prosegue infatti dicendo: “Giocando online io posso fare 300 mani di no limit Hold’em in un’ora. Queste sono 300 occasioni di fare esperienza. E’ evidente quindi che prendendo un giocatore live ed uno online, posto che abbiano le stesse capacità di apprendimento, un 22enne che multitabli online ha la possibilità di giocare in pochi anni più mani di quante non ne abbia viste Doyle Brunson live in tutta la sua carriera!”.
Ferguson, che sappiamo essere uno dei giocatori più abili nell’uso della statistica applicata al gioco del poker, sgombra il campo anche da un’altra posizione che spesso si fa strada fra alcuni giocatori, ovvero che nel gioco live i cosiddetti tells, le sensazioni siano più importanti di un approccio matematico al gioco. Chris non sembra infatti essere di questo avviso: “Alcuni giocatori del live usano i ‘tells’ come una stampella per giustificare le loro azioni, ma è più importante per i giocatori sapere come giocare le proprie carte ad un certo livello, piuttosto che farlo basandosi sui ‘tells’ ”.
Ed il motivo, per ‘Jesus’, è semplice: “La matematica non mente, mai. Per fare un esempio stupido, se hai un asso fra le tue carte e ce ne sono due sul flop, sai che ne è rimasto uno, ed uno soltanto. I tells invece mentono sempre: i giocatori spesso li nascondono, o ne mettono in mostra alcuni falsi per fuorviare. Ma non possono ingannare la statistica. Ecco perché consiglio ai giocatori che si stanno approcciando adesso al Texas Hold’em di imparare la matematica come prima cosa, è questa una delle ragioni per le quali i giocatori dell’online sono spesso tanto forti”.
E da un giocatore che oltre al Main Event WSOP ha vinto altri quattro braccialetti e conquistato una miriade di piazzamenti, qualche consiglio pensiamo proprio di poterlo accettare.