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Consiglio di Stato: agenzie di scommesse chiuse! L’imprenditrice: “perso l’80% del fatturato, siamo alla fame”

Ad un anno dallo scoppio di questa grave emergenza sanitaria, ancora nessuna soluzione in vista per le imprese italiane dell’intrattenimento. Sono alla disperazione intere categorie: i titolari di ristoranti, hotel, bar e per coloro che lavorano nel gaming terrestre.

Consiglio di Stato: “le agenzie di scommesse devono rimanere chiuse ma…”

L’ultima mazzata arriva dal Consilio di Stato che, in un’ordinanza, ribadisce le chiusure decise dal Governo.

L’unico spiraglio che si è aperto però è che i giudici amministrativi hanno ribadito che è necessario motivare in modo non superficiale la chiusura totale di determinate attività. Anche perché senza le necessarie motivazioni, come possono essere ritenuti legittimi – dal punto di vista costituzionale – i precedenti DPCM (figura non prevista dalla nostra carta).

Come possono essere legittime le chiusure imposte da un atto di dubbia legittimità costituzionale? Come sostengono illustri costituzionalisti, i DPCM dovrebbero essere motivati in modo approfondito per essere legittimi. Alcuni giudici civili hanno già disconosciuto l’efficacia di tali decreti ad personam.

Ad essere impugnato, dinanzi alla terza sezione del Consiglio di Stato (presieduta dall’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini) è proprio un DPCM, quello firmato dall’ex Premier Conte il 14 gennaio che dispone la chiusura delle sale giochi, bingo, scommesse e casinò.

Le motivazioni del CDS che ha respinto la richiesta di “sospensiva” in sede di giudizio sulle misure cautelari:

“In questa sede, si confrontano l’esigenza, assolutamente prioritaria, di piena precauzione per la salute pubblica a fronte del rischio di diffusione del contagio, e quella dell’appellante diretta a rivendicare il proprio legittimo interesse a evitare, mitigare o comunque ristorare un danno che ha e conserva carattere economico, inclusa la paventata (e francamente non del tutto credibile) perdita di avviamento a favore di altri giochi consentiti, giacché anche la – eventuale e allo stato solo affermata – perdita di avviamento ha un valore economico ristorabile”.

Il Consiglio di Stato ribadisce “il principio secondo cui anche di fronte a un rischio definito “potenziale” la legittima risposta proporzionale può essere il divieto totale dell’attività”. 

I giudici però sottolineano che vi deve essere una maggiore evidenza scientifica sulle motivazioni dei provvedimenti. Si apre uno spiraglio per il giudizio di merito.

Le misure vanno adottate alla luce di una serie di valutazioni complete scientifiche del rischio, sulla base di dati ostensibili e specifiche per ciascuna attività soggetta a limitazioni”.

E’ necessaria “una specifica analisi scientifica dei fattori di rischio” da parte del Comitato Tecnico Scientifico  “in vista di un non escludibile prolungamento del divieto totale oltre il 5 marzo 2021, sia ai fini del giudizio di merito.

Dopo quasi un anno di lockdown serve cambiare strategia o il settore del gioco pubblico legale (ma anche per ristoranti, bar ed hotel) sarà compromesso. La campagna vaccinale sta procedendo a rilento, il Governo fino ad ora non ha avuto alcun tipo di strategia efficace ma si è appiattito alle politiche (fallimentari) sui vaccini dell’Unione Europea. Dei rimborsi neanche l’ombra o solo pochi spiccioli.

La situazione è molto pesante.

Un’imprenditrice romana: “siamo alla fame, perso più dell’80% del fatturato”

Il quotidiano Leggo ha intervistato un’imprenditrice del settore: si chiama Claudia F. ed è proprietaria di due sale, scommesse e videolottery a Roma. Claudia protesta da due settimane inpiazza per chiedere la riapertura. La manifestazione dura dal 12 gennaio, tra l’indifferenza della maggior parte dei media e dei partiti politici.

Pubblichiamo un breve estratto dell’intervista. Per parecchi mesi le sale sono rimaste con le porte sbarrate: “durante il primo lockdown – afferma Claudia – dall’8 marzo al 30 giugno, ora siamo chiusi dal 26 ottobre: sono tanti, troppi mesi. Nel 2020 abbiamo lavorato praticamente sei mesi su dodici, abbiamo perso all’incirca l’80-85% del fatturato”.

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Lo Stato ci ha dato l’elemosina: inizialmente dovevamo ricevere una cifra doppia rispetto a quella di luglio, ma in realtà hanno erogato la stessa somma il primo mese, e poi più niente. Bastavano a malapena per un mese di affitto: in più io ho cinque dipendenti, e le casse integrazioni per loro non arrivano”.

Claudia e le sue colleghe che stanno manifestando chiedono al nuovo Governo: “La riapertura immediata. Siamo alla fame, sono troppi mesi che siamo chiusi e in più non c’è pericolo: già dopo l’apertura a luglio eravamo in regola con le misure di sicurezza. Il Cts non ha mai riscontrato focolai legati ai nostri locali e al nostro settore“.

L’imprenditrice romana ha una sua idea sulle motivazioni reali di queste chiusure: “È na discriminazione fondata su un pregiudizio, per colpa di un’ideologia politica. Siamo lavoratori legali, abbiamo una concessione statale: il Fisco guadagna tanti soldi con noi. Ma c’è un pregiudizio nei confronti del settore del gioco, e noi di questo siamo stanchi: psicologicamente fa male perché siamo persone oneste”.

Il flop europeo dei vaccini: la crisi sarà ancora lunga

In Italia quanto durerà la politica dei lockdown? E’ giusto mantenere le chiusure ad oltranza dopo oltre 1 anno e con la prospettiva di altri 12 mesi di sofferenze? Di vaccini non se ne vede l’ombra, quando in altri paesi come la Gran Bretagna (18 milioni di vaccinati) ed Israele (c’è stata una vaccinazione di massa) sono pronte a ripartire. Il 17 maggio, in UK gli stadi potrebbero essere ripopolati dai tifosi (per farvi capire come funzionano le cose al di là della Manica).

In Europa invece la situazione è a dir poco imbarazzante. Il flop sui vaccini è totale, non lo diciamo noi ma l’autorevole Economist. L’evidenza è sotto gli occhi di tutti.

La pandemia, nell’ Unione Europea, rischia di prolungarsi per ancora molti mesi, mesi decisivi per le nostre economie.

I Governi forse dovrebbero uscire dagli schemi di politiche che si sono dimostrate – fino a questo momento – fallimentari sotto il profilo sanitario ed economico. Bisogna trovare un punto di equilibrio differente perché la crisi non sarà temporanea.

La speranza è che vi sia un netto cambio di passo almeno in Italia, con il nuovo Governo guidato da Draghi o le conseguenze per il tessuto economico delle piccole-medie imprese italiane, rischia di essere definitivamente compromesso.

Gioco terrestre: a rischio 150mila posti di lavoro, gettito ha bruciato €5 miliardi

Coloro che gestiscono sale giochi o agenzie di scommesse sono rimasti quasi sempre chiusi (nell’arco di 12 mesi), con gravissimi danni per la loro attività. Alcuni sono stati costretti a consegnare i libri contabili in tribunale. Drammatica la situazione anche per i casinò ed i bingo.

A rischio almeno 150mila posti di lavoro.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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