C’è spazio per la superstizione nel gioco del poker? Scopriamo cosa ne pensa in proposito la leggenda Doyle Brunson alla luce anche di quanto accaduto all’amico Alexander.
“Ci sono alcune cose che proprio non si mischiano fra loro: il vino ed il whiskey, la concentrazione e la musica ad alto volume, il poker e la superstizione.
Quest’ultima in particolare è così distruttiva riguardo al profitto nel gioco che ritengo che la cosa più costosa che un player possa portarsi al tavolo è un portafortuna. Quando ho un dubbio durante una mano, di solito mi affido all’istinto; ma non è certo la stessa cosa rispetto alla superstizione. Preferisco certamente prendere decisioni in base alle varie percentuali, ma quando non trovo una risposta univoca allora lascio che sia la mia intuizione a farmi da guida.
Mi piace immaginare di aver osservato qualcosa inconsciamente e che poi quell'input mi indichi la strada da seguire. Può essere corretta o sbagliata, ma non avendo altro a disposizione ascolto quel sentimento per effettuare la mia decisione.
La superstizione è invece tutt’altra cosa. Quando ne si è schiavi, si agisce al contrario rispetto al senso comune ed all’analisi. E si perdono soldi! Non sto dicendo che non ho mai fatto qualche gesto scaramantico in vita mia, ma in generale credo sia meglio combatterla e non lasciare che prenda il sopravvento.
Uno volta ho avuto una donna che si lamentava con me per la sua sfortuna alla roulette. Mi diceva: “Doyle, non è facile trovare i numeri più propizi. Proprio quando pensi di aver capito quali sono, nel frattempo sono già cambiati.” Vi basta questo per capire quant’è sciocca la superstizione? L’unica strada vincente nel poker consiste nel prendere decisioni logiche. Tutto il resto vi condurrà alla rovina." (continua)