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Erik Seidel: “il segreto del mio successo”

erik-seidelErik Seidel potrebbe scrivere un best seller: “come guadagnare 5,4 milioni di dollari in 5 mesi”. Il libro andrebbe a ruba in tutte le librerie. Ne è passato di tempo, quando veniva sbeffeggiato da Jonnhy Chan durante il Main Event delle WSOP del 1988.

Complice quella maledetta sequenza immortalata nel film Rounders, l’ex agente di borsa di Wall Street è stato accompagnato dall’ingombrante immagine di perdente di successo in tutti questi anni. Ma il vento è mutato, a tal punto da proiettarlo nella storia: ha vinto quasi 16 milioni di dollari nei tornei live, mai nessuno come lui.

Il suo rush incredibile nel 2011 potrebbe essere materia di studio per gli appassionati di statistica che, inevitabilmente, dovranno rivedere le proprie analisi sulla varianza del poker. Scherzi a parte, il fenomeno Seidel sta spiazzando tutti, anche il diretto interessato. “E’ una vera aberrazione statistica. Io sono felice di essere dalla parte giusta. E’ una fortuna, in caso contrario sarei andato rotto” commenta scherzando.

“E una sensazione – rivela – molto strana, folle, non so come descriverla”. Il suo successo? Non c’è una ricetta ma il campione di Full Tilt Poker indica due parametri precisi: “spirito di adattamento e flessibilità in base all’avversario”.

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Sembrano parole scontate ma, mai come in questo momento, dette da Erik Seidel, fanno un certo effetto e devono essere prese in seria considerazione: “Cerco di fare le cose sempre in maniera diversa, perché sono impegnato con giocatori differenti ogni volta che mi siedo al tavolo: oramai il gioco è cambiato parecchio negli ultimi anni. Non vi sono più stili o categorie fisse di players. E’ sempre una sfida capire chi hai di fronte, che tipo di mano può avere il tuo avversario, come massimizzare il valore quando si ha una buona mano e come perdere il meno possibile quando ci si trova in situazioni difficili”.

“Naturalmente – commenta – questo tipo di lavoro non cambia mai, ma sta diventando più difficile con i ragazzi più giovani che stanno venendo fuori adesso, sono molto più imprevedibili. Tra i nuovi mi ha colpito Vivek Rajkumar: è fantastico quando si siede al tavolo, è un ragazzo molto dotato”. Ma non si dimentica neanche dei più esperti: “Erick Lindgren è stato un avversario molto duro da affrontare, è veramente un grande giocatore”.

Cambiano le abitudini e le nuove generazioni sembrano sempre più prendere campo, ma il veterano Seidel non passa mai di moda: “E’ bello perché il gioco è cambiato negli ultimi due anni e mi sento ancor più gratificato dei miei successi, è come un bonus extra vincere contro questi ragazzi che hanno tutto il mio rispetto”. Ed ora avanti con le WSOP, il ‘cannibale’ non è ancora sazio.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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